Il drammaturgo Lunari: adesso racconto il volto perfido di Strehler

Giorgio Strehler morì il giorno di Natale del 1997, vent'anni fa. Da allora è cominciato un processo di beatificazione laica che lo ha trasformato nel monumento di se stesso

Il drammaturgo Lunari: adesso  racconto  il volto perfido di Strehler

Giorgio Strehler morì il giorno di Natale del 1997, vent'anni fa. Da allora è cominciato un processo di beatificazione laica che lo ha trasformato nel monumento di se stesso. A guastare il presepe di adoranti pastorelli, c'è il diavoletto 80enne Luigi Lunari, drammaturgo che con Strehler ha lavorato a lungo. «Ma se ne sono dimenticati - dice - a cominciare dal direttore del Piccolo, Sergio Escobar: non ha neppure risposto a una mia lettera». Il diavoletto scrisse, nel 1991, Il Maestro e gli altri, che fece infuriare Strehler. Sentite cosa ne ha scritto sul Corsera Aldo Grasso. «Straordinario, pieno di ironia, di fulminante perfidia, di ilarità e di amore. Se qualcuno chiedesse mai chi era Strehler non esiterei un attimo a consigliarlo». Strehler era sensibile alle adulazioni. «Ipersensibile, anche se interessate. L'incenso lo esaltava», dice Lunari. «Era di estremo egoismo, subordinava cose e persone a se stesso. Ma professionalmente era di una coerenza immacolata». Lunari gli riconosce la capacità di scelta. «Decideva chi doveva lavorare con lui con grande competenza. Tutti erano per lui strumenti, li valutava meglio di quanto faccia un bravo allenatore di calcio con i giocatori». Strehler amava le donne, chissà quante ne ha viste Lunari perdere la testa per il Maestro. «Una volta - ricorda il drammaturgo - sapendo che una sua donna lo stava tradendo con un attore di scarsa rinomanza, la sua reazione fu questa: fosse almeno stato con Ingmar Bergman o Peter Brook!». La politica tentò Strehler, anche se non lo ricorda più nessuno. Lunari sì. «Aveva accettato la candidatura al Senato per vanagloria. Quando gli fecero osservare che se non avesse raggiunto un congruo numero di preferenze la cosa lo avrebbe danneggiato come uomo di teatro, venne colto dal panico». Strehler era difficile con gli attori? «Sapeva controllarsi. Ma l'ho visto prendere a schiaffi un attore che alla prima aveva fatto di testa sua». E qui Lunari va giù pesante. «Strehler avrebbe venduto anche la mamma per raggiungere un obiettivo. Tipico il caso Galileo: un ruolo da sempre promesso a Carraro, poi affidato a Buazzelli, giunto da poco al Piccolo. Gli parve promettergli un quid di maggiore efficacia.

Cosa che distrusse spicologicamente e professionalmente Carraro, obbligandolo ad esiliarsi per dieci anni a Roma». Oggi il Maestro viene ricordato anche con una mostra a Palazzo Reale. E se, colpo di teatro, risorgesse ed entrasse al Piccolo? «O si spara o uccide il direttore Escobar».

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