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Droga, 9mila salvati Il modello Rogoredo esportato alle Groane

Il progetto studiato per il boschetto funziona A luglio partirà nell'altro parco dello spaccio

Droga, 9mila salvati Il modello Rogoredo esportato alle Groane

Il «progetto Rogoredo- l'Unione fa la forza» diventa un modello operativo da esportare. Da Milano a Monza per direttissima verrà applicato a luglio al Parco delle Groane, altra piazza di spaccio low cost, dove una dose di eroina viene via con 2-3 euro. «Qui il quadro è più complesso - spiega Silvano Casazza, direttore generale dell'Ats di Monza, autore del progetto di Rogoredo -: le vie di accesso in questo caso sono diverse e partono dalla stazioni ferroviarie di Ceriano Groane e Cesano Maderno, l'area è molto più vasta, diverse anche le modalità di rifornimento della droga, cioè gli spacciatori escono solo su chiamata. Nessuno consuma nel parco, nè tanto meno ci si accampa». Tradotto: molto più complicato per gli operatori agganciare i ragazzi.

Il progetto per il parco delle Groane è già stato lanciato, sono già stati fatti incontri con gli operatori del privato sociale, con la Croce Rossa locale, con il precedente prefetto e le forze dell'ordine. L'obiettivo è fa partire questa nuova esperienza, finanziata con 50mila euro con i fondi regionali per le dipendenze, a luglio appunto e terminare a fine dicembre. A questo aspetto si affianca l'opera delle forze dell'ordine, finalizzata alla prevenzione e alla repressione dello spaccio sia all'interno del parco, dove spesso vengono create aree attrezzate per la vendita, sia lungo le arterie stradali adiacenti.

Il modello Rogoredo, che ha permesso di agganciare novemila persone in quattro mesi, articola interventi socio sanitari integrati e unitari sull'area del boschetto, e di natura sociale e legati alla sicurezza scaturiti dal tavolo di coordinamento attivato dalla Prefettura di Milano. In questi quattro mesi, dal 31 gennaio al 31 maggio è nata una progettualità articolata con l'obiettivo di agganciare più ragazzi possibili grazie all'erogazione di servizi sanitari di base come medicazioni, primo soccorso, distribuzione di siringhe e preservativi, cibo e bevande. Per arrivare a vestiti, la possibilità di fare una doccia, e di avere un posto letto in una delle strutture di accoglienza. Dopo aver creato un rapporto di fiducia con i tossicodipendenti, per il 70 per cento italiani, maschi, tra i 25 e i 45 anni, e aver permesso loro di recuperare un pezzetto della dignità perduta, alle persone è stato proposto di intraprendere un percorso di disintossicazione, l'accesso a residenze protette e housing temporaneo. Il risultato è un «dispositivo socio sanitario» integrato con il sistema di intervento ordinario estendibile ad altre aree con problematiche analoghe. Ovvero il Parco delle Groane.

È stato convocato per la settimana prossima dal prefetto di Monza un tavolo di coordinamento per fare il punto sulla situazione. «Il modello è assolutamente innovativo - spiega soddisfatto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera - perché mette insieme privato sociale e servizi sanitari e soprattutto va in loco con il presidio e gli operatori che riescono ad agganciare i ragazzi nel boschetto stesso».

È stata anche lanciata in parallelo una campagna di sensibilizzazione in tutte le scuole della zona, mentre nell'asilo di via Osimo è stato realizzato un protocollo di formazione per l'individuazione precoce e la gestione di situazioni a rischio per i figli di tossicodipendenti.

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