Cronaca locale

E adesso Sala vuol fare il leaderino della sinistra

Dice no a un eventuale governo tecnico, ma i compagni lo spingono a riunire i cocci del Pd

E adesso Sala vuol fare il leaderino della sinistra

Beppe Sala continua a ripetere che fare il sindaco è mestiere più bello che gli sia mai capitato e punta a terminare i 5 anni e ricandidarsi per il secondo mandato. Eppure. Mentre in questi giorni passa da Porta a Porta a Skytg24, Rtl o Radio24 per presentare il nuovo libro-manifesto «Milano e il secolo delle città», la domanda che rimbomba riguarda sempre il suo futuro politico. Ieri ha risposto con un «no, radicalmente no» a chi gli domandava se sarebbe disposto a guidare un governo tecnico dopo le elezioni, qualora non ci fosse una maggioranza politica. «Sono totalmente per il maggioritario - ha precisato -, da elettore accetterei un governo tecnico solo per 5 mesi, per fare la legge elettorale, ma mi imbarazza questa storia che non esistono più destra e sinistra, esistono eccome». Non accetterebbe - almeno a parole - di guidare questa eventuale fase di transizione. Ma in molti, non renziani, iniziano a pensare a lui come possibile leader di quel che resterà della sinistra dopo il 4 marzo. Voci che il diretto interessato alimenta ripescando dal passato la volta in cui l'ex premier lo chiamo a Roma per chiedergli un passo indietro da Expo per fare posto a Luca Cordero di Montezemolo, ma lui gli tenne testa (lo ha raccontato nel libro e lo ripete durante i dibattiti). O sottolineando i suoi rapporti difficili con il segretario Pd, giudicando il governo Letta migliore di quello di Renzi e di Gentiloni, che pure «ha lavorato meglio di quanto potessimo aspettarci».

«E se Sala guidasse il centrosinistra?» sparava ieri sul sito internet Radio Popolare, un titolo rilanciato su Facebook dall'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino precisando: «No, che deve continuare a fare il sindaco. Però è importante e confortante vedere che in molti ragionano di ciò a voce alta». Proprio ai microfoni di Radio Pop giorni fa Sala ha silurato Renzi per la costruzione di liste elettorali formate da fedelissimi: «Da lui mi sarei aspettato più equilibrio, si è messo una truppa che gli è molto fedele. Anche per seguire altre strade». Ogni riferimento alle larghe intese post voto non è casuale. L'ex commissario Expo, sono le suggestioni che girano negli ambienti dem, potrebbe diventare il riferimento per l'ala non renziana del partito e per gli arancioni delusi da Pisapia, potrebbe riconciliare la sinistra del Pd con Leu. Tempo al tempo. Intanto, il sindaco insiste sul modello Milano e con l'avvertimento «rivolto a qualsiasi governo che verrà, anche di centrodestra» di destinare adeguate risorse alla città o «ci rivolgeremo direttamente all'Ue. «Lontanissimo da me ogni istinto leghista ma, facendo solo l'esempio della redistribuzione dei fondi per il trasporto pubblico locale, si sta favorendo il Sud che non ha investito e non si ha il coraggio di proteggere chi fa gli investimenti». Dalla politica al tribunale, oggi è fissata l'udienza preliminare a carico di Sala per l'accusa di abuso d'ufficio nell'appalto sulla fornitura del verde.

Non ha chiesto il rito immediato.

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