Un giallo e come tutti i gialli che si rispettano c'è un morto, due testimoni e un sospettato che però rigetta le accuse. Luogo del delitto via Caccialepori che, guarda caso, incrocia via Osoppo, la vittima un cane, gli inquisitori, due proprietari di animali, l'imputato un anziano distributore di pezzetti di carne di dubbia provenienza. Carne ora in laboratorio per stabilire se fosse davvero avvelenata e abbia ucciso l'animale.
Le indagini della polizia, perché come tutti i misteri prima o poi finisce in mano alla polizia, partono con una segnalazione arrivata ieri mattina al 113. Il signor Gianluca, 37 anni, chiama la centrale per segnalare gli strani movimenti del signor Aristide 73 anni. «Sta disseminando la strada di polpette avvelenate per ammazzare i nostri cani». Via Fatebenefratelli invia una equipaggio in via Caccialepori, traversa di via Osoppo dove negli anni Cinquanta fu assaltato un portavalori, la più clamorosa e ricca rapina della storia criminale milanese. Giusto per dare più patos alla storia
Al loro arrivo gli agenti rintracciano sia Gianluca che Aristide e quest'ultimo ha affettivamente in mano un sacchetto con dentro dei 14 pezzettini di carne senza contare l'altra mezza dozzina già sparsa per la via. Gianluca accusa Aristide di disseminare bocconi avvelenati per ammazzare in cani del quartiere, colpevoli di sporcare i marciapiedi. E tal proposito ricorda come l'anno scorso sia morto un animale e qualche giorno prima un altro si sia sentito male. In quel momento arriva un altro residente di via Caccialepori che rincasa la dose: l'assassino è proprio il signor Aristide, che odia i cani e i «ricordini» che lasciano per la strada al loro passaggio. Soprattutto quelli randagi che non hanno un padrone che raccolga le loro deiezioni. Accuse che suscitano la vibrata reazione del signor Aristide: «Ma quale odio? Io amo i cani, in particolare i molti randagi della zona a cui nessuno provvede e così io ogni tanto lascio un po' di carne».
A questo punto è giocoforza sviluppare le indagini, partendo da un approfondito sopralluogo della scena del crimine. Che non presenta però particolari lordature: punto a favore del signore Aristide che non avrebbe dunque motivo di lagnarsi. Ma gli agenti che conoscono bene la zona, sottoscrivo che non sono mai pervenute lagnanze relative a fenomeni di randagismo. Punto a carico del presunto avvelenatore che non avrebbe nessun animale da sfamare. Insomma tra accuse e sospetti, l'affaire si fa ingarbugliato, per cui non rimane che affidare tutto in mano alla «scientifica». Viene pertanto sequestrato il «corpo di reato», cioè i 14 bocconcini che l'anziano teneva nel sacchetto e quelli già disseminati sul marciapiede. Le polpette vengono poi portate in un laboratorio del servizio veterinario dell'Asl.
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