Ha osato ammettere, come la Lega, che l'esportazione delle armi è un business, che può contribuire al rilancio delle imprese lombarde in crisi. Solo nel bresciano, terra che lo ha eletto consigliere del Pd in Regione, sono attive 108 aziende del settore che danno lavoro a circa tremila addetti. Ma Corrado Tomasi è finito subito nel mirino dei «compagni». Il casus belli. Martedì si discute in aula una mozione (primo firmatario il leghista Fabio Rolfi) che chiede al governo di snellire le procedure burocratiche per l'esportazione delle armi. Il documento del Carroccio - che ha raccolto anche firme di Lista Maroni, Fi, Ncd, Fdi, Pensionati e una del Pd, quella appunto di Tomasi - indica come troppo complicata l'applicazione delle recente direttiva Ue in materia «mentre le esportazioni rappresentano un'importante ancora di salvataggio per le imprese italiane», specie in un settore molto presente soprattutto in provincia di Brescia. Il tema accenderà la prima seduta dell'aula al rientro della pausa natalizia. Fuori, i grillini hanno già indetto una manifestazione pacifista.
Ma oltre che sulla mozione, nel centrosinistra si è scatenata la polemica contro l'esponente Pd che si è associato alla mozione.
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