All'inizio, nel 1975, fu il Leoncavallo, o Leonka, dal nome della via dove si affacciava, seguito nel 1976 dal Cox 18 in via Conchetta 18. Poi il «diluvio» di occupazioni, alcune durate poche settimane, altre vent'anni. Le ultime in ordine di tempo Lambretta e Macao, edifici pubblici da cui difficilmente saranno allontanati dalla giunta di Giuliano Pisapia, vista la contiguità politica.
Dunque la palma del più longevo centro sociale spetta al Leonka, «preso» il 18 ottobre 1975, sgomberato definitivamente nel 1994, dopo una serie di tentativi finiti in furiosi scontri di piazza. Seguì una breve presenza in via Salomone, poi gli occupanti entrarono nel 1995 in via Watteau dove tuttora resistono. Non meno «epica» l'epopea del Cox 18, che ha sempre mantenuto la sua sede storica dopo tre sgomberi e due ritorni.
Da allora le occupazioni si sono succedute arrivando a toccare all'inizio del Duemila la cifra record di 20, alcune delle quali resistono tuttora come il Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa, Transiti, Vittoria, Torchiera, Pergola, Cantiere. Molti sono stati sgomberati, altri occupati per breve tempo, come Scaldasole, Valvassori Peroni, Stamperia, o stabilmente come lo Zam di via Ogliati 12. Nel frattempo il Leonka si è ormai «imborghesito» e sta trattando, con la mediazione del Comune, l'affitto con la proprietà. Pure Cox è abbastanza tranquillo, anche se il 31 ottobre dovrebbe arrivare la sentenza di sfratto chiesta da Palazzo Marino, proprietario dello stabile, quando governava Letizia Moratti.
In questi anni le «azioni» politiche delle varie realtà hanno subito alti e bassi, molti centri storici hanno perso importanza e ormai la città è monopolizzata dal Cantiere, area disobbedienti, e Zam, area autonomia, con frequenti scontri fisici per la guida del movimento milanese. Questo tuttavia non ha fermato le occupazioni, anzi negli ultimi mesi si sono aggiunte altre due importanti realtà. Zam ha infatti «filiato» il Collettivo Lambretta, tre palazzine Aler prese in via Apollodoro. Mentre fa storia a sé Macao, collettivo di artisti, attori, ballerini e musicisti che a maggio occuparono la torre Galfa di proprietà di Ligresti. La loro linea d'azione è stata sempre contrassegnata dalla non violenza, tanto che si fecero cacciare nel giro di due settimane senza opporre resistenza.
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