Quei ladri erano diventati un incubo per il commissariato Garibaldi Venezia, macinavano colpi su colpi, e spesso tornavano sul «luogo del delitto» per altri furti. Tutti con un discreto bottino: in totale tra soldi, merce, buoni pasti e ticket poco meno di 300mila euro messi insieme in almeno 18 assalti tra aprile e settembre. Fino a quando gli investigatori, coordinati dal dirigente Raffaele Cavallo, sono riusciti individuare e arrestare i cinque malviventi, uno dei quali era detenuto in una comunità di recupero e chiedeva permessi per continuare a rubare. Avvertito da un operatore, ora indagato, è stato preso mentre tentava la fuga.
Colpi a bar, ristoranti e uffici, sono piuttosto frequenti, perché si tratta di strutture poco protette dove con un pizzico di fortuna si riesce anche a mettere insieme un bel po' di refurtiva. Solo che i furti all'Isola cominciavano a diventare troppo frequenti e soprattutto con un tecnica che tornava puntuale a ogni assalto. I ladri inoltre si dimostravano «affezionati» ad alcuni obbiettivi: il bar «Verdeblù» veniva infatti razziato una volta a febbraio, tre ad aprile e una a giugno. E un paio di volte venivano visitati l'«H3G Store» e il «Sette camicie» di via Monte Napoleone, senza disdegnare scuole, ristoranti e supermercati. Per il bottino andava bene tutto: insaccati, elettronica, buoni pasto e buoni regionali per studenti. Questi ultimi praticamente dei «vaucher» spendibili in qualsiasi negozio per comprare ogni genere di prodotti, dai libri ai computer.
Alla fine gli agenti, diretti sul campo da Mario Irace, hanno capito di avere a che fare con una banda di quartiere e hanno ristretto le indagini a una mezza dozzina di pregiudicati. Esaminando le immagini delle telecamere i poliziotti hanno focalizzato i sospetti su Alessandro Stella, 38 anni, molti precedenti alle spalle. Il balordo ha infatti un'andatura particolarissima, un po' curva, praticamente inconfondibile. Stella stava scontando una condanna in un comunità di recupero in provincia di Vercelli, da cui si assentava con regolare permesso, per continuare la sua attività criminale. Lavorando poi sulle impronte digitali e su vetture usate, uno dopo l'altro sono stati individuati i complici: Giovanni Terlizzi e Gioacchino Marsiglia, 41 anni, Davide Zanutto, 35, e Luigi Colella, 20 anni. Alla fine i colpi attributi sono 18, compreso uno in provincia di Pavia, anche se gli investigatori sospettano siano molti di più.
Nella notte tra il 4 e il 5 ottobre i poliziotti sono andati a prenderli a casa, trovando un bel pacco di buoni ristoranti appena rubati in via Filzi in un'agenzia di assicurazione. I ticket venivano poi «riciclati» da un barista, individuato e denunciato per ricettazione.
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