Le musiche secondo Schiaffini

Le musiche secondo Schiaffini

Per inquadrare il personaggio, se già non lo si conosce a sufficienza, basta dire che nella sua vita ha collaborato con John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono e Giacinto Scelsi, giusto per definire la sua area di azione. Stiamo parlando del compositore-trombonista-tubista Giancarlo Schiaffini, che all'attività principale di musicista-ricercatore e sperimentatore, affianca quella di saggista e scrittore. Ora ha pubblicato «Immaginare la musica. Per un'estetica fenomenologica della composizione contemporanea» (Auditorium editore), di fatto completando una preziosa trilogia a suo tempo partita con «Tragicommedia dell'ascolto». Dopo aver affrontato il ruolo dell'improvvisazione nella musica moderna in «E non chiamatelo jazz» - secondo volume del suo personale viaggio artistico e intellettuale - con il nuovo lavoro divulgativo affronta le forme della composizione contemporanea, provate in prima persona e a fianco ad alcuni dei più innovativi autori del Novecento (vedi sopra), in un stile assai discorsivo adatto agli specialisti, ma anche agli appassionati di musica.

Schiaffini, classe 1942, ha studiato anche a Darmstadt con Stockhausen, Ligeti e Globokar e ha fondato il gruppo strumentale da camera Nuove Forme Sonore.

Non solo: il suo nome figura pure tra i collaboratori del Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, fino a quasi la metà degli anni Ottanta. Gli è stata dedicata una voce dal Biographical Encyclopedia of jazz e dall'Enciclopedia della musica (Utet/Garzanti).

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