Luca Pavanel
Riguardo al pianista Geniusas a suo tempo non è stato difficile valutarlo come enfant prodige. A metterlo sul binario giusto, da subito, è stata nonna Vera, in Conservatorio a Mosca conosciuta come professoressa Gornostayeva.
Correva il 1995 e Lukas dalla prestigiosa parente - una delle più famose insegnanti dell'accademia - veniva messo a studiare sui tasti. Senza contare gli altri familiari, insomma una famiglia di musicisti. Risultato: diploma con il massimo dei voti nel 2008, premi vari, carriera rapida con miriade di concerti. Fino al 2015, quando si piazza tra i vincitori del concorso «Cajkovskij» della capitale russa.
E proprio con lo stesso grande compositore, il russo-lituano Geniusas ritorna a Milano - stasera al Conservatorio «Verdi» alle ore 21 per la Società dei Concerti -: un programma antologico, con musiche dunque dello stesso autore a partire con l'«Overture in Fa», seguita dal «Concerto n.1 in si bem op.63» per pianoforte e orchestra - qui entra sul palcoscenico il pianista ventisettenne - e, per concludere, la «Suite da Il lago dei cigni op.20». Il tutto eseguito dalla Stuttgarter Philharmoniker diretta da Toshiyuki Kamioka. Insomma una grande formazione orchestrale diretta da una grande bacchetta. Ma ritorniamo al giovane pianista-star.
Anzi, un anti-star. Già dalle sue comparse ai concorsi prestigiosi - si ricordano i commenti per la sua performance al Concorso Chopin di Varsavia di qualche anno fa - si è visto qualcuno che si presenta al pubblico con una certa semplicità, privo di atteggiamenti divistici. C'è chi ha evocato la figura di Lazar Berman degli inizi, quindi profilo sobrio ma un «grande peso» del suono e dalle ottime capacità interpretative. E ancora l'anno scorso, per esempio: Lukas ha impressionato critica e pubblico milanesi. E stasera ci sarà il bis, con un lavoro compositivo per pianoforte che è uno dei più eseguiti al mondo, celebre per la sua monumentalità.
Presentato la prima volta a Boston da Hans von Bulow nel 1875, esordio non fortunato, anzi. Poi passo dopo passo venne riconosciuta la sua grandezza così come è, articolato su tre movimenti.
Nel primo, il pianoforte presenta il tema e poi lo
amplia con figurazioni di estremo virtuosismo; nel secondo, più dolce e lento, compaiono i ricordi di quella musica presa anche da canzoni ucraine.Infine, l'«Allegro con fuoco»m che attacca al suono delle danze. Buon ascolto.
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