La squadra mobile li ha già identificati e, al termine delle perquisizioni e di tutti gli accertamenti, nei prossimi giorni li denuncerà a vario titolo per resistenza, getto pericoloso di cose, incendio e furto aggravato. Sono almeno una decina i ragazzini magrebini e sudamericani (questi ultimi tutti «latinos» appartenenti a gang) nel mirino della polizia per l'aggressione a bottigliate e a insulti dei vigili del fuoco in via Gola la notte di Capodanno. Si tratta di giovanissimi abusivi, residenti con le famiglie nelle case Aler di via Gola e via Pichi. Dall'analisi dei filmati finiti in rete e da quelli delle telecamere di sorveglianza infatti la Digos ha appurato con assoluta certezza che il centro sociale «Cuore in Gola» non ha nulla a che fare con il gruppo che, poco dopo la mezzanotte, ha accerchiato e assalito i pompieri impegnati a domare l'incendio di alcune masserizie che erano state gettate in strada - e proprio davanti al centro anarchico - e alle quali era stato dato fuoco. Uno di loro ha anche rubato le chiavi dell'autopompa e sarà l'unico a essere colpito dall'accusa di furto aggravato.
Aspra la reazione del viceministro dell'Interno, Matteo Mauri durante la visita di ieri al comando provinciale dei vigili del fuoco di via Messina. L'incontro con i pompieri, ha fatto sapere il rappresentante del governo, è stato organizzato «per dimostrare la vicinanza delle istituzioni e per assicurare, dopo aver sentito il questore, che i responsabili saranno presto individuati e che la reazione dello Stato sarà dura e decisa».
«Quanto è accaduto in via Gola è una cosa inaccettabile, vigliacca, assurda e perciò la risposta sarà molto netta - ci ha tenuto a ribadire Mauri -. Le istituzioni sono compatte, ho parlato con il questore Sergio Bracco che mi ha garantito che le indagini sono in fase avanzata e così le identificazioni. Sono già in rapporto con la Procura, quindi mi sento di dire che nel giro di poco saranno individuati i responsabili e poi ci si comporterà di conseguenza, bisogna dare un segnale molto netto. Colpisce molto quando vengono colpiti ambulanze, medici o vigili del fuoco, vuol dire che le basi della convivenza civile stanno venendo meno per alcuni» ha concluso il viceministro.
Importante ieri mattina anche l'intervento dell'ingegner Tommaso di Lena, dirigente del corpo e responsabile della prevenzione incendi, che ha spiegato che il falò di via Gola ha sfiorato la tragedia: «Non spento in tempi rapidi l'incendio avrebbe potuto trasmettere calore ai fabbricati vicini e alle auto parcheggiate con un tragico effetto domino».
Dai video analizzati sarebbe emerso subito che «Cuore in Gola» non ha avuto un ruolo in quanto accaduto.
Gli atteggiamenti dei ragazzi coinvolti, infatti, non sono quelli tipici degli anarchici che nemmeno durante sgomberi o sfratti finora hanno mai aggredito i pompieri. Dalle immagini emergono anche delle pistole utilizzate dai partecipanti durante l'aggressione, armi che però sarebbero solo riproduzioni.
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