Il graffito scelto con un concorso di bozzetti nel consiglio di zona 2

Fare della città un immenso palcoscenico condiviso, una scenografia permanente di luci, colori, parole e messaggi. Una «città-teatro», insomma: è il sogno nel cassetto di Gianni Ravelli, architetto, scenografo e «artista della luce» titolare del corso «Scenografie di Luce - La città come palcoscenico», attivo da qualche anno nell'ambito della Scuola di Design del Politecnico. Un sogno che, finalmente, si avvia a diventare realtà, oltretutto con grandi benefici per la salute dei milanesi: Ravelli, allievo di Marco Albini noto per il sodalizio professionale con il regista Paolo Castagna e per le svariate collaborazioni in ambito teatrale (ha lavorato, fra gli altri, per Luca Ronconi), ha presentato nei giorni scorsi un progetto di «street art» che coinvolgerà lo storico quartiere della Martesana, delizioso angolo di Milano da tempo al centro di diverse iniziative di valorizzazione. Qui, e precisamente sul muro di un parco pubblico che costeggia il Naviglio «Piccolo», gli allievi del corso di Scenografia e luce dipingeranno un murales scelto dai residenti e dal Consiglio di Zona 2 fra i numerosi bozzetti presentati, tutti molto belli e originali: c'è chi ha scelto di rappresentare uno skyline della Milano di oggi con al centro il Duomo e, al posto del cielo, una pioggia di keywords che identificano la nostra città, come frenesia, traffico, nebbia, aperitivo (roba da Milanese imbruttito, ma tant'è), ma anche intraprendenza, energia, economia, modernità, architettura e design; c'è chi invece ha preferito scomporre le parole chiave (aggiungendovi moda, operosità, lavoro, velocità, cultura, innovazione) in una pioggia di colori che esplodono come in un caleidoscopio; un gruppo ha optato per un impianto «futurista», con le parole che schizzano come schegge impazzite, un altro invece per un assetto più geometrico, con tanto di angoli, linee e quadretti. Denominatore comune il nome di Milano, che campeggia al centro delle opere o si intuisce seminascosto da giochi di colori. Vedremo chi la spunterà. Ma la novità più interessante sta nelle vernici, in grado di rendere la città più pulita: gli studenti, infatti, utilizzeranno colori antismog, capaci cioè di assorbire l'inquinamento e restituire aria buona, un po' come fanno le piante. L'idea è nata dalla collaborazione fra il Politecnico e Retake Milano, associazione Onlus di volontari presieduta da Andrea Amato che fin dal 2006 si propone di riportare la bellezza in città mediante interventi di ripulitura dei muri, lotta al degrado e partecipazione sociale, promuovendo la «street art», che è molto diversa dal «graffitismo» selvaggio.

Questo con il Politecnico è il primo di una serie di progetti per rendere Milano più bella e vivibile: per l'anno prossimo è già in cantiere un intervento a San Vittore in cui, per la prima volta, cittadini volontari e detenuti lavoreranno insieme per riqualificare gli spazi della Casa circondariale. Ma si pensa anche ai più giovani: è al terzo anno il progetto Milano Fuoriclasse, per informare e formare le nuove generazioni sulle conseguenze del writing, con annesso cleaning delle proprie scuole.

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