Guerrieri spaziali in centro Parte la carica di «Star Wars»

L'esordio del film scatena i fan che assediano la multisala di Melzo E davanti all'Odeon spuntano le spade e i costumi da fantascienza

Stefano GianiFebbre delle galassie. Vertigine delle stelle. Tra miti che si appannano e altri che conquistano spazio. O forse lo spazio. Siamo nella stratosfera di «Star wars» dove Obi Wan Kenobi non c'è più e Luke Skywalker è scomparso. Ma poco importa. Il re non è mai nudo perché, morto un eroe se ne fa subito un altro. Bello e pronto per tutti i gusti che, come le mode, non sono mai le stesse. Trent'anni fa c'erano volti che oggi si chiamano Kylo Ren. Han Solo. Leia Organa. Luke Skywalker resiste come simulacro del passato. A dargli la caccia cattivi di Prim'ordine guidati da un tormentato Adam Driver e i gruppi di Resistenza capeggiati da Carrie Fisher. Harrison Ford veste i panni di Han Solo, l'alter ego di Obi Wan, ma totalmente diverso da lui. Conserva un tratto in comune. Lo spirito della canaglia.Cast d'eccezione per il film targato Disney e un'attesa che si è fatta sentire. Al punto che in giro per il mondo - da Los Angeles a Parigi - è scoppiata la Starwarsmania per questo Episodio VII - Il risveglio della forza. Ieri davanti al Colosseo, accanto agli antichi romani di rito c'erano gli avveniristici personaggi di George Lucas, sceneggiati da J.J. Abrams e Lawrence Kasdan, zompato da Brivido caldo, Il grande freddo e Turista per caso - cult movie anni Ottanta - a questa guerra dell'universo. Trent'anni in un balzo e, c'è da scommetterci, queste alabarde spaziali gli procureranno più popolarità dei liceali di ritorno alla William Hurt e un thriller a sfondo erotico dei quali oggi si sono perse le tracce.Ebbene, se qualche centurione guardava di sottecchi la tuta delle astronavi bimillenarie, in città la saga non è stata certo snobbata. Con due volti diversi però. Nel caciarone hinterland di Melzo il multisala è stato preso d'assedio dai colorati figuri che al primo spettacolo erano già in coda, agghindati come se, su pianeti lontani decenni luce, dovessero andare davvero. E allora tutti travestiti come se fosse Carnevale e invece è solo Natale.La compassata Milano la prende diversamente. Ci si veste e traveste, ma con moderazione. Lo spettacolo delle 18 non attira. l'Odeon riempie una sala delle tre riservate al film - due in visione normale, due con la tridimensionalità - ma il tabellone luminoso brucia posti per gli spettacoli delle 19. E delle 21. Tre ore prima che si abbassino le luci i botteghini strappano un biglietto dietro l'altro. Arrivano ragazzi dimessi. E fanciulle sognanti. Prenotano posti. E pagano. Chi arriva poco prima dell'ora giusta si troverà a bocca asciutta.Ma i fan non si dichiarano. Entrano in abiti civili e solo quando scorre la citazione, omaggio alla Lucasfilm, Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana..., si lasciano andare a un sospiro di nostalgia. Sia per chi allora c'era. Sia per chi l'ha visto «in differita». Ma la saga attira. Richiama. Seduce. Fuori dal cinema c'è chi mostra la spada di luce. Al botteghino si fregano le mani, di maschere ce ne sono, ma si contano. «I più verranno nel week end» si lasciano scappare. Perché in fondo far uscire un film attesissimo il mercoledì pone i suoi problemi organizzativi. C'è il lavoro.

E vendere un'immobile o andare a scuola vestiti da Luke Skywalker può risultare controproducente. Meglio scatenarsi nel fine settimana. L'ultimo prima di Natale, quando chiunque può accettare che sognarsi un guerriero dello spazio non è peccato.

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