I "Mottetti" firmati Bach. Quando l'arte è polifonia

Stasera in scena nella Chiesa della Passione con la Bachademie diretta da Rademann

I "Mottetti" firmati Bach. Quando l'arte è polifonia

Per i cultori di Bach & C., in particolare, è sicuramente un'occasione da non perdere il concerto di questa sera. Un'occasione anche per gli amanti della buona musica, in generale, visto che la scoperta o la (ri)scoperta della grande opera firmata dal celebre kapellmeister di Lipsia, al di là dei gusti personali in fatto d'arte, è un'esperienza di arricchimento attraverso le immortali pagine di uno degli autori dei principi fondanti della cultura occidentale.

L'occasione è il concerto che si tiene alle ore 20,30 nella Basilica di Santa Maria della Passione a Milano, dove - per la prima volta al festival «Milano Arte Musica» artisticamente diretto dal maestro Maurizio Salerno - ci sarà l'Internationale Bachademie Stuttgart, diretto da Hans-Christoph Rademann alle prese con una delle pietre miliari del repertorio barocco, i «Mottetti» di Johann Sebastian Bach. Una vicenda affascinante e profonda, lontana, da ricordare per capire. Spiegazioni storiche da ascoltare.

«Con il progressivo affermarsi della Kirchenmusik articolata nella nuova forma della Cantata che all'inizio del secolo XVIII era divenuta parte integrante del culto riformato - spiegano gli esperti del quartier generale del festival - l'esecuzione di mottetti polifonici, particolarmente quelli su testo latino, era passata in secondo piano e riservata a uffici liturgici minori o a manifestazioni devozionali». Le fonti storiche rivelano che nel secolo XVII il mottetto su testo tedesco si era particolarmente sviluppato in Turingia e Sassonia: ciò spiega il numero di composizioni di questo genere presente nella produzione dei musicisti della famiglia Bach attivi in quelle regioni, come Johann Christoph e Johann Michael. E ancora.

«Anche Johann Sebastian, in qualità di Kantor della Thomaskirche di Lipsia, doveva provvedere a mottetti per il Vespro normalmente eseguiti prima e dopo la predica - continuano gli storici - Il corpus mottettistico bachiano doveva essere perciò più ampio, rispetto alle poche opere giunte a noi che sottolineano come il modello di mottetto più in uso nei paesi tedeschi nel secolo XVIII fosse ancora quello a 8 voci in due cori, dovuto alla diffusione dello stile «Veneziano» favorita da compositori quali Hassler, Erbach, Praetorius e Schütz». Dei sei mottetti di Bach che verranno eseguiti, quattro sono a due cori (BWV 225, 226, 228 e 229), uno a 5 voci (BWV 227), uno a quattro (BWV 230).

Una tappa, questa, che prelude a una serie di appuntamenti musicali fino al 22 agosto, quando la kermesse chiuderà i battenti.

Posto che ogni concerto della rassegna compilata dell'organista Salerno è uno spaccato di un periodo, è un focus su un autore e un viaggio nell'antichità piacevolmente da fare, si segnalano almeno tre date significative: giovedì 25 è il turno dell'«Europa Galante» coi quartetti milanesi di Carlo Monza e di Mozart, nella chiesa di Santa Maria della Sanità; il primo agosto un evento dedicato al genio di Leonardo da Vinci e alle musiche nel

suo tempo; poi gran finale il 22 del mese prossimo, sempre nella basilica di Santa Maria della Passione, con lo «Stabat Mater per dieci voci» di Domenico Scarlatti (posto unico 15 euro, agevolazioni per giovani e gruppi).

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