Il killer di via Muratori ha un volto e un nome

Il killer di via Muratori ha un volto e un nome

La tanto attesa svolta nelle indagini sulla morte di Massimiliano Spelta e della moglie domincana Carolina Ortiz Payano dovrebbe ormai essere imminente. Alla Squadra mobile hanno un'ipotesi, un movente e soprattutto dei nomi. E a questo punto le manette potrebbero scattare a breve: gli investigatori stanno infatti raccogliendo gli ultimi dettagli per permettere al pm di chiedere gli ordini di cattura.
Sul movente non ci sono dubbi, un traffico di cocaina da Santo Domingo in cui erano coinvolti sia Spelta sia Carolina, 43 e 21 anni. I due però devono aver fatto uno sgarro, forse si sono impossessati in tutto o in parte di un carico, forse hanno rifilato merce tagliata troppo e male, forse non hanno diviso i soldi con i soci, e dovevano essere castigati. Lunedì sera sono in via Muratori con la figlia di un anno e mezzo, rimasta poi illesa, e vengono uccisi a colpi di calibro 38 da un sicario sceso da uno scooterone. Partono le indagini e gli investigatori si dividono i compiti: chi sente i testimoni, chi analizza i tabulati telefonici, chi scava nella vita delle vittime, chi si metta a caccia di eventuali riprese televisive.
Il primo indizio viene trovato già martedì in casa delle vittime in via Mecenate 84: mezzo etto di cocaina di ottima qualità. Subito dopo, gli inquirenti accertano come i due coniugi fossero conosciuti a Santo Domingo, dove passavano lunghi periodi, come assuntori di droga. Dunque con ottimi rapporti con gli spacciatori. Ma anche che Spelta, fallita la ditta del patrigno, continuava a fare la bella vita pur non avendo alcun reddito. Intraprendere un traffico di droga dall'isola caraibica, dove si trova a buon mercato, deve essere sembrato ai due la scorciatoia più facile. Analizzando le immagini della telecamera di una traversa tra viale Umbria e corso Lodi, poco distante dal luogo del delitto, gli investigatori individuano un soggetto simile a quello che guidava lo scooter degli assassini. L'uomo ha già lasciato il passeggero e sta parlando con un tizio magro, cranio rasato, pieno di tatuaggi. Qualche passante, individuato e ascoltato dalla Mobile, lo avrebbe sentito dire: «Non dovevate tirare anche alla donna». Poi i due si separano, l'uomo calvo sale su una Subaru e si allontana mentre il centauro lascia la moto, che verrà poi recuperata da un terza persona, e se ne va a piedi. L'uomo inquadrato assomiglia in modo impressionate a C. F., coetaneo e amico di Spelta, che nelle ore successive al delitto si era presentato spontaneamente in questura, fornendo dichiarazioni che avevano già insospettito gli inquirenti. Anche lui va su e giù da Santo Domingo come gli Spelta, è pieno di tatuaggi, ha una Subaru e abita in via Muratori. Situazione ideale per tendere un tranello all'amico e mandarlo incontro ai killer. Ha precedenti per stupefacenti e il suo profilo è considerato sospetto. Pratica la box tahilandese, ama la bella vita, le donne e i pitbull.


Le indagini ormai procedono in un'unica direzione e ogni indizio va a incastrarsi perfettamente in una sola ipotesi investigativa. Non resta che trovare prove solide con cui il pm Elio Ramondini potrà ottenere dal gip un ordine di cattura: questione forse di ore.

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