L'assedio a Monti in Bocconi: 5 agenti feriti dagli autonomi

L'assedio a Monti in Bocconi: 5 agenti feriti dagli autonomi

Cinque feriti, di cui due in maniera seria, una volante danneggiata, un cameraman malmenato e tre ore di paura in centro. È il bilancio della bravata dei centri sociali che ieri pomeriggio hanno tentato di irrompere alla Bocconi dove parlava il presidente del Consiglio Mario Monti. Una sceneggiata a uso e consumo delle telecamere e per regolare i rapporti di forza interni, perché i circa 200 manifestanti non avevano nessuna possibilità di sfondare il cordone delle forze dell'ordine. Cercavano visibilità e l'hanno ottenuta a spese della polizia e della città rimasta in ostaggio fino a sera.
I «bravi ragazzi» hanno sono scesi infatti in strada attorno alle 15 quando, arrivando da via Bocconi, hanno cercato di infilarsi in via Sarfatti diretti all'Ateneo. In tutto un paio di centinaia di giovani provenienti dal centro sociale «Cantiere» guidati dal ricco e annoiato Leon Blanchaert, dal Labout, Casc Lambrate e Rete Studenti. La Questura aveva messo in campo un centinaio di carabinieri, altrettanti agenti, personale della Digos e persino un elicottero che dall'alto sorvegliava l'evolversi della situazione. All'inizio un po' di folclore, compreso anche un innocuo lancio di fuochi d'artificio, poi dopo circa un'ora di schermaglie le prime file hanno calato i caschi.
Serrati i ranghi, sono iniziati i colpi d'assaggio, prima un fitto lancio di uova riempite di vernice che hanno colorato di rosso le divise degli agenti, poi i fumogeni, quindi sassi, bottiglie e bombe carta. Mentre poliziotti e carabinieri tenevano i nervi saldi e resistevano stoicamente proteggendosi sotto gli scudi senza reagire. Anche dopo che un funzionario della Digos, colpito in pieno, veniva portato via malfermo sulle gambe con il sangue che gli colava dalla fronte. E nonostante un grosso petardo fosse scoppiato tra le gambe di un giovane agente, uscito barcollante dai ranghi per poi accasciarsi al suolo.
Quindi i «bravi ragazzi» hanno tentato un primo sfondamento. Arrivati a contatto con il cordone delle forze dell'ordine sono stati bloccati. È partita una salva di manganellate per tenerli a distanza. E a questo punto è iniziato una sorta di balletto. I «bravi ragazzi» cercano il contatto e vengono respinti a randellate ma più spesso solo a viva forza delle braccia. Sai mai che qualcuno tra i manifestanti possa farsi male. E così tra attacchi e contrattacchi è passata un'altra mezz'ora, durante la quale altri tre agenti finivano contusi nel parapiglia.
Alle 17.30 gli antagonisti, raggiunto il loro scopo propagandistico, farsi notare in tutta Italia e sbeffeggiare gli altri centri sociali rimasti a casa, hanno lasciato il terreno, dopo aver comunque malmenato un operatore de «La7», rompendogli gli occhiali e procurandogli un taglio al volto. Anche perché ormai Mario Monti aveva parlato e aveva lasciato la Bocconi.

Quindi urlando slogan e insulti hanno sfilato in corteo fino a Crocetta dove finalmente si sono sciolti, non prima di aver accerchiato una volante di passaggio a cui hanno strappato un tergicristallo, portato via come trofeo di una «grande giornata di lotta».

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