Musica elettronica, musica del nostro tempo. E al San Fedele lunedì sera arriva un maestro conosciuto a livello mondiale, Asmus Tietchens, compositore e teorico tedesco. Arriva a testimoniare ulteriormente che la città digitale è più viva che mai; e ogni filone ha il suo luogo. O quasi. Con un cambio di marcia e tendenze. Una continua evoluzione: i «live» non più solo nei club e dintorni. Sempre di più altrove. Ma partiamo da Tietchens: il suo concerto è una performance nell'ambito della stagione Inner_Spaces 2016-2017; in programma, in apertura, anche brani storici «francesi». Poi l'arrivo tanto atteso quanto gradito, il guru che insegna sound design al Politecnico di Amburgo.
Classe 1947, settanta incisioni all'attivo, il veterano ha sempre aperto occhi e orecchi sugli scenari musicali emersi nel corso degli ultimi decenni (dal kraut-rock all'industrial, dal glitch al noise, dal brutage concret alle esperienze elettroacustiche), riuscendo tuttavia a trovare nelle sue diverse produzioni un suono e prospettive compositive personali. Sul concetto di «nuovo», spesso ha voluto puntualizzare. E continua a farlo.
«Un termine a doppio taglio - ha dichiarato in un'intervista - Rispetto alla musica elettroacustica, il cosiddetto nuovo è stato inventato sessanta anni fa. Non si può riaprire continuamente il cerchio. Però si possono cambiare le strategie estetiche». E ancora: «I nuovi strumenti, come i computer, non generano nuova musica, ma semmai possono condurre metodi e tecniche alla perfezione». Introduce la serata un dittico acusmatico del grande Bernard Parmégiani databile 1970-1971. Brani sulla tematica del moto perpetuo che hanno segnato una svolta nella carriera artistica del musicista francese. L'«Oeil écoute» e «La Roue Ferris» sono l'inizio di quel «pensare la musica acusmatica come proiezione della coscienza, come rielaborazione del tempo e dello spazio partendo dalla percezione interiore», spiegano al San Fedele. Non solo teatro o auditorium però.
«Attualmente a Milano l'elettronica dal vivo si divide tra club o circoli, oppure nel caso dell'area più sperimentale in spazi dedicati alle arti, o ancora in locali più o meno underground - spiega Michele Palozzo, condirettore artistico di Plunge, il progetto indipendente di produzione eventi dedicati alla musica contemporanea (i suoi colleghi sono Gabriele Berio e Matteo Meda) che collabora col San Fedele - Solo i festival raggiungono la dimensione teatrale, che infatti comporta costi di produzione maggiori». Difficile dire se nel tempo i «live» siano aumentati o no.
Di certo c'è stato un «allargamento dei luoghi dedicati a questa musica - conclude -. Mentre prima c'erano perlopiù i locali, ora l'elettronica (non intesa solo come intrattenimento, ndr) in quanto linguaggio del nostro tempo, nelle sue diverse declinazioni è entrata anche nei siti della cultura».
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