Lorenzi dopo Cova: i francesi si prendono via Montenapoleone

Montenapoleone fa gola ai cugini francesi. Dopo aver divorato in un boccone la pasticceria Cova, pare che parlerà la lingua d'oc anche un altro negozio storico milanese. Si tratta di Lorenzi, «coltellinaio dal 1929» come si definiscono sul loro sito, ma che definire coltellinai oggi è decisamente riduttivo. Una bottega di «gioielli» declinati sui vari scaffali via via come rasoi, pennelli da barba oppure posate e accendini. Galeotta pare sia stata la settimana della Moda, l'ultima, appena conclusa. Tra i tanti arrivati da ogni dove ce n'era uno che ha dimostrato da tempo di essere attratto dallo stile italiano dell'alta gamma. Non uno qualunque. Si chiama Bernard Arnault, ed è il leader mondiale del lusso con 28,1 miliardi di euro di ricavi nel 2013 e 3.204 negozi nel mondo, tanto per dare un paio di cifre. È proprietario del gruppo del lusso LVMH, a capo della prima fortuna francese, secondo la rivista Forbes, la prima in Europa e la 4ª a livello mondiale nel 2011 con un patrimonio stimato di 41 miliardi di dollari. Tanto per dare un altro paio di cifre. È lui che si bevuto appena qualche mese fa, a giugno il vecchio caffé di Cova a oltre 30 milioni di euro comprando/salvando la storica pasticceria. Una altro tassello aggiunto al suo puzzle a strisce verdi, bianche e rosse. Gli altri sono marchi come Bulgari, Fendi, Emilio Pucci, Rossimoda... Ebbene. Settimana della Moda, Milano, inaugurazione del negozio del nuovo negozio della maison Fendi. Secondo quanto riporta il sito «Dagospia» a Bernard Arnault non sfugge quel regno della radica in Montenapoleone, un regno condiviso dai fratelli Lorenzi che secondo i soliti ben informati da anni non si mettono d'accordo su quale deve essere il futuro tanto da far traballare (dicono) anche il più vicino presente. Sarebbe scattato da qui l'interesse del francese appena qualche mese dopo l'acquisto di Cova. Il lusso, si sa, chiama il lusso. La coltelleria Lorenzi ha aperto la prima bottega in Montenapoleone nel 1929. È Giovanni Lorenzi, nato a Mortaso piccolo paese del Trentino nel 1899 che dà il via all'attività. Un emigrante: dopo aver passato alcuni anni in Germania come «caciàl», garzone di arrotino, nel 1919 arriva a Milano con i fratelli a mettere in pratica «quanto l'esperienza gli aveva insegnato», come si legge nella storia del negozio. La sua era allora una piccola bottega, nel cui scantinato svolgeva la molatura. L'inizio è difficile: papà e mamma Lorenzi raccontavano che alla vigilia di Natale del primo anno di apertura un solo cliente aveva fatto un acquisto da loro. Colpa della crisi mondiale di quegli anni e sopo, il danneggiamento del negozio per i bombardamenti del 1943 li misero a dura prova. Poi a poco a poco il lavoro ingrana per la «Coltelleria Lorenzi». Dapprima - si legge ancora - l'affilatura era stata la sola fonte di guadagno e la vendita di coltelli, forbici o altro avveniva quasi casualmente, su richiesta. «Ma fu proprio questo lento avvio a permettere a Giovanni Lorenzi di specializzarsi gradatamente nel suo campo». Da allora sono passati quasi cento anni. E le cose sono cambiate ancora. .

Per Cova il Paperon de' Paperoni francese aveva dichiarato «il duplice obiettivo di preservare questa vera e propria istituzione della storia milanese, mantenendo negli attuali spazi la Pasticceria di Via Montenapoleone, e di sostenere con forza il suo sviluppo a livello internazionale, grazie alle sinergie messe a disposizione dal gruppo Lvmh». Per Lorenzi chissà se e come Arnault affilerà i suoi coltelli

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