È un sos corale quello che arriva dal mondo del commercio e dei pubblici esercizi messo in ginocchio da una «sola» settimana di coprifuoco. Le prime stime parlano di un calo del 40-50 per cento di fatturato dei pubblici esercizi, pari a 3 milioni di euro per il coprifuoco delle 18, ieri modificato dalla Regione. L' happy hour (purché al tavolo) è salvo, ma l' emergenza è molto più ampia perché interessa discoteche, sale da ballo, spazi per concerti, associazioni culturali, librerie, locali, circoli, club: tutto il mondo del divertimento e dell' intrattenimento culturale serale, fonte di «assembramenti» di persone, limitato alle 18. «Chiediamo in maniera accorata - l' appello al sindaco Beppe Sala - di considerare insieme all' urgenza sanitaria anche l' emergenza economica e sociale. Il nostro settore, che ha contribuito a portare Milano a risplendere nel mondo, è messo in ginocchio dal divieto di operare, dalla paura insita nei nostri cittadini e dall'incertezza cui siamo condannati».
Il sindaco interceda per noi è il refrain che da giorni arriva dal mondo delle imprese: «Faccia presente al governo di attivare immediatamente ammortizzatori sociali e provvedimenti per azzerare gli adempimenti fiscali nell'immediato onde evitare un disastro in termini di fallimenti, posti di lavoro e riduzione del PIL cittadino oltre che regionale». Un appello cui si uniscono gli esercenti delle attrazioni dello spettacolo viaggiante: la chiusura dei luna park e delle giostre, scattata ieri nelle regioni del Nord, imprese a gestione famigliare, rischia di costare 1 milione di euro per due giorni di stop.
Il sindaco ieri ha fatto sapere di essere in contatto con la Regione per studiare delle soluzioni e incentivi fiscali, che non sono di competenza comunale. Un tavolo su cui la Regione sta lavorando da giorni con il governo, chi i aggiunge al taglio dell'Irap annunciato dal governatore della Lombardia Attilio Fontana per le aziende della «zona rossa». Ma ci sono anche gli 81 sindaci del Milanese che incalzano il governatore Attilio Fontana: «Si faccia interprete con il Governo della richiesta di un sostegno concreto alla vita economica e produttiva dei Comuni lombardi», che si trovano nella zona gialla. Un appello bipartisan che arriva da Cernusco sul Naviglio, Pessano con Bornago, Pioltello, Magenta, Cornaredo: «Ssi sta aprendo anche un'emergenza economica - spiegano - generata dalla sospensione di alcuni servizi, dalla chiusura di centri sportivi e palestre, in generale dalla minore circolazione delle persone nei nostri negozi, dalla aleatorietà degli ordini per le piccole imprese e dalla oggettiva inefficacia dello smartworking in certi settori».
Martedì sera, a fronte della decisione del Cda del Salone del Mobile di rinviare la kermesse internazionale al 16 giugno, il sindaco aveva invitato gli albergatori a non approfittare della situazione, gonfiando i prezzi della stanze in quell'occasione. Non si fa attendere la replica di Rocco Salamone, presidente dell'Associazione Turismo e Ricettività degli Albergatori di Milano, legata a Confesercenti: «Non speculeremo sull'ospitalità alberghiera perché mai lo abbiamo fatto in quanto è il mercato che determina i prezzi, accogliamo comunque l'invito del sindaco ma Palazzo Marino sospenda immediatamente le riscossione dei tributi locali a partire dalla tassa di soggiorno, Tari, Tasi e imposta sulle insegne pubblicitarie. Il prezzo dell'ospitalità lo fa il mercato. La situazione è molto grave: registriamo un calo delle prenotazioni dell'80 per cento delle prenotazioni. Non è solo il Salone del Mobile a essere stato spostato - continuano gli albergatori - ma anche il Mido ed Expoconfort. Abbiamo dipendenti, affitti e mutui da pagare ogni mese e rischiamo il collasso. Dalla sola tassa di soggiorno il Comune incassa 50 milioni di euro all'anno.
Abbiamo bisogno di un segnale concreto da parte di Sala subito e chiediamo che il sindaco si impegni a far riaprire la città, almeno musei e simboli di attrazione turistica come il Duomo, il Cenacolo, Brera» conclude il presidente.
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