Macao, il sindaco tratta. E il centro sociale vuole otto milioni di sconto

Proposta di acquisto per il palazzo occupato Bassi (Lega): «Tante onlus lo vorrebbero»

Macao, il sindaco tratta. E il centro sociale vuole otto milioni di sconto

«Le situazioni di illegalità pian piano vanno risolte ma non c'è una regola aurea, ci vuole tanto buonsenso. E a differenza di tanti penso che il presidio sociale in alcune zone periferiche sia anche utile». Il sindaco Beppe Sala è in linea con Pd e sinistra radicale che lunedì sera in Consiglio hanno bocciato l'ordine del giorno targato Forza Italia (votato da tutto il centrodestra e M5S) che chiedeva lo sgombero immediato del centro sociale Macao dalla palazzina liberty che a breve Sogemi cederà al Comune. Anche il consigliere della lista Sala Enrico Marcora ha votato sì e chiesto al sindaco di riferire in aula: «Venga a spiegare se ci sono trattative in corso con Macao e Leoncavallo». La risposta è ovviamente sì. «Noi abbiamo bisogno di cedere quelle palazzine - ha ribadito ieri Sala - e c'è un tavolo in corso anche se difficoltoso con Macao stesso, per capire se sono interessati all'acquisto dello spazio».

C'è molto più di un dialogo aperto. Lo scorso 21 novembre è stata protocollata in Comune la manifestazione di interesse all'acquisto della palazzina di viale Molise 68 da parte del collettivo che occupa abusivamente lo spazio da sei anni, primo firmatario il portavoce Emanuele Braga. Spiega che sarà costituita una «società cooperativa senza fine di lucro, a carattere mutualistico» che diventerà «a tutti gli effetti il soggetto giuridico interlocutore, acquirente, gestore». In allegato, il progetto di ristrutturazione del nuovo «Macao. Centro indipendente per le arti, la cultura e la ricerca» sviluppato su tre piani e 1.300 metri quadri interrati, con studio di registrazione, spazio concerti e performance, falegnameria, sartoria, residenze, tipografia. C'è già il programma delle attività per i prossimi sei anni: dai 400 artisti previsti il primo anno fino a 2.658 nel 2025, dai 25 concerti e 52 performance previste quest'anno alle quasi 200 a regime. Il valore delle due palazzine liberty di viale Molise che saranno cedute da Sogemi al Comune è stato stimato intorno ai 22 milioni di euro, undici ciascuna. Il centro sociale chiarisce che la cifra che è disposta a spendere arriva a 5 milioni, solo tre da destinare al Comune per la cessione della proprietà e 2 per il restyling. Palazzo Marino insomma dovrebbe praticare uno «sconticino» di 8 milioni. E l'ipotesi non è nemmeno così assurda, visto che ha già accolto la pre condizione di Macao per sedersi al tavolo: «Si confida che il Comune tralasci il conferimento della palazzina al fondo immobiliare» in discussione in aula. E il complesso in effetti è stato stralciato.

«È inaccettabile il solo discutere con chi se ne frega delle leggi e continua a infrangerle - contesta la consigliera del gruppo misto Silvia Sardone -. Ma c'è di peggio, Sala parla di valorizzazione degli spazi attualmente occupati e spiega che Macao è un presidio sociale utile in periferia, ma l'unico modo per valorizzare la palazzina è sgomberarla». Anche per il vicecapogruppo Fi Alessandro De Chirico «la migliore risposta al no del Pd in aula è il stato secondo sgombero messo in atto dai carabinieri» ieri mattina «al centro sociale Base di Solidarietà popolare di via Manzano, al Giambellino». E il presidente del Municipio 4, il leghista Paolo Bassi, fa presente a Sala che se «non esiste una regola aurea è altrettanto vero che almeno si potrebbe escludere dalla vasta gamma delle possibili soluzioni quella della sanatoria per chi ha commesso un abuso protratto per anni. É lo stesso motivo per il quale non si concede un alloggio pubblico a chi sfonda la porta per appropriarsi di un appartamento del patrimonio Erp.

Palazzine di pregio come quelle di viale Molise possono essere sfruttate in maniera diversa e migliore. Se non vogliono venderle, ci sono tante associazioni di volontariato o non profit che sarebbero ben contente di poterle utilizzare».

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