Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione
Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione

Maniaco violenta 40 donne, poi le depila e fotografa

Attirava giovani connazionali con la scusa di offrire un posto di lavoro, poi con un scusa le portava in una pensione, le minacciava con un rasoio, tagliava loro i peli pubici e infine le violentava. Uno stupratore seriale, forse almeno 40 le sue vittime, l'ultima delle quali ha però chiamato disperatamente aiuto, facendo intervenire i carabinieri che l'hanno bloccato. Ed è appunto dopo l'arresto che i militari gli hanno trovato un'agenda con nomi e fotografia di decine di ragazze. Una vicenda che ha un inquietante precedente in Gianfranco Stevanin, il «mostro di Verona»: anche lui radeva le sue vittime e violentava le sue vittime ma poi le uccideva. L'uomo, ha 41 anni e secondo quanto dichiarato agli inquirenti farebbe il magazziniere e abiterebbe a Torino. Persona irreprensibile se non fosse per quel suo «vizio» di tendere trappole a giovani donne per poi abusare di loro. L'ultima ha 22 anni, studia e abita a Udine. L'uomo l'avrebbe contattata via internet e in qualche modo è riuscito a ottenere la sua fiducia. Le offre pertanto un lavoro, lei accetta e lui le propone di vedersi a Milano per definire i termini del contratto. Due giorni fa dunque i due si incontrano, pranzano insieme poi lui spiega di avere fissato per lei una stanza all'albergo Ada, un misero due stelle, in via Sammartini, nei pressi della stazione Centrale. Ovviamente l'accompagna e quando sono in stanza scatta l'aggressione.
Il cinese minaccia la connazionale con un rasoio, la obbliga a spogliarsi e a farsi radere le parti intime, poi la violenta. Lei subisce tutto per timore di essere uccisa ma quando l'uomo ripone il rasoio e fa per andarsene, finalmente reagisce. Si mette a strillare con quanto fiato ha in gola fino a quando i proprietari della pensione chiamano i carabinieri. E quando arriva il primo equipaggio, i militari trovano la vittima aggrappata al suo stupratore per non farlo scappare. L'uomo viene fermato e addosso gli viene trovata un borsa con dentro una voluminosa agenda. Gli investigatori l'aprono e trovano una serie di fotografie di altre ragazze, tutte cinesi, ciascuna corroborata di lunghe iscrizioni scritte con ideogrammi.
L'uomo finisce in manette, mentre la ragazza va alla Mangiagalli, dove i medici del Centro antiviolenza certificano lo stupro. Il materiale invece viene acquisito dal magistrato per accertare chi siano quelle donne, come detto almeno 40, e che fine abbiano fatto. Dovranno essere rintracciate per accertare innanzitutto siano ancora vive e quindi interrogate una volta per capire se abbiano anche loro subito violenze.
Una vicenda che ricorda quella di Gianfranco Stevanin, facoltoso agricoltore di Terrazzo vicino Legnago nel veronese, arrestato nel 194 quando aveva 34 anni. L'uomo venne scoperto casualmente dopo la denuncia di una prostituta austriaca che aveva subito violenza sessuale. Nella sua abitazione vennero trovate fotografie e schede di decine di ragazze e una gran quantità di peli pubici. All'inizio sembrava un «semplice» maniaco sessuale che si accaniva in particolare sulle prostitute da strada, poi emerse la terribile verità.

Dopo le violenze Stevanin strangolava le sue vittime e poi le sotterrava nei suoi vasti poderi, oppure gettava i resti, dopo averle fatte a pezzi, nel vicino Adige. Sospettato dagli inquirenti di avere ucciso decine di donne, verrà alla fine condannato all'ergastolo per sei omicidi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica