Mario Cervi e la Bonzi entrano nel Pantheon dei cittadini illustri

Il Comune sceglie i nomi per il Monumentale Con loro Dorfles, Garbelli e Inge Feltrinelli

Mario Cervi e la Bonzi entrano nel Pantheon dei cittadini illustri

Mario Cervi nel «tempio» dei milanesi illustri. È stato deliberato ieri dalla «Commissione consultiva per le onoranze al Famedio» del Comune l`elenco dei 12 illustri che saranno iscritti durante la tradizionale cerimonia del 2 novembre al Cimitero Monumentale. Tra loro Mario Cervi, tra i fondatori con Indro Montanelli de Il Giornale e poi direttore ed editorialista del nostro quotidiano. Gli altri Grandi sono la fondatrice del Cav Paola Bonzi, Rachele Bianchi artista, pittrice e scultrice, Luigi Dadda ricercatore e accademico, Gillo Dorfles, Inge Feltrinelli, il campione di pugilato Giancarlo Garbelli, Antonio Iosa il fondatore del Circolo Culturale Perini Milano, le giornaliste Elisa Penna e Maria Grazia Perini, Antonio Virgilio Savona del Quartetto Cetra e il patrigiano Libero Traversa.

Cervi, scomparso a 94 anni il 17 novembre del 2015, era nato a Crema «ma ha vissuto tutta la sua vita a Milano» ricorda il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale che ha sottoscritto la proposta insieme a Mariastella Gelmini. Aveva iniziato la carriera di giornalista nel 1945 come cronista e inviato del Corriere, dopo quasi trent'anni lasciò via Solferino per fondare il Giornale con Montanelli, che seguì anche nella parentesi de La Voce, per tornare al Giornale nel 1997 come direttore al posto di Vittorio Feltri.

In pieno spirito di laboriosità lombarda fino agli ultimi giorni ha varcato la soglia della storica redazione di via Negri per rispondere ai suoi lettori.

Insieme a lui verrà iscritto nel Pantheon, su proposta di Forza Italia, Matteo Forte di Milano Popolare, Fratelli d'Italia e l'ex candidato sindaco Stefano Parisi il nome di Paola Marozzi Bonzi, fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita del la Clinica Mangiagalli, che ha diretto sempre con tenacia e passione fino all'ultimo. Scomparsa a 76 anni all'improvviso, lo scorso agosto per l'aggravarsi della malattia, mentre si trovava in vacanza con il marito. Grazie alle sue parole e alla sua generosità, dal 1984 a oggi, sono nati 23mila bimbi e «madri», donne in difficoltà che al Cav hanno trovato la forza e il coraggio per affrontare la gravidanza. Ambrogino d'oro nel 2013, premio sostenuto dai Radicali e da Alessandra Kustermann, primario della clinica Mangiagalli: «La stimo - disse - Collaboro con lei perché so che le donne quando la incontrano non vengono giudicate, ma accolte con calore e rispetto. Crede nella vita però sa comprendere anche chi decide di abortire».

Così se il suo nome è stato candidato per il Famedio dal centrodestra, la proposta è stata condivisa anche dal Pd Pierfrancesco Majorino: «Sarebbe bello ricordarla dedicandole un luogo simbolico, capace di unire. Ho una storia diversa e sono orgogliosamente parte di movimenti che si sono battuti per i diritti civili e delle donne». E dire che quello da lei fondato è stato il primo centro aperto in Italia dopo l'introduzione della legge 194. Di strada ne ha fatta, e tanta.

Nel pantheon meneghino anche Gillo Dorfles, critico d'arte, pittore, filoso e accademico. Nato a Trieste, milanese d'adozione, è scomparso nel marzo 2018 a 108 anni. Tra i premi più «milanesi» il Compasso d'oro, l'Ambrogino d'oro, Accademico onorario di Brera e dottore honoris causa del Politecnico.

È un'istituzione in città il Circolo culturale Carlo Perini, fondato da Antonio Iosa nel 1962 su una iniziativa di base di cittadini di Quarto Oggiaro-Vialba, ha sempre dedicato molta attenzione ai problemi sociali e culturali più attuali.

Grazie a Luigi Dadda e ad altri studiosi illuminati, nel 1954 il Politecnico disponeva di un calcolatore elettronico digitale, il primo nel Paese.

Così se tutti conoscono il quartetto Cetra, di cui Antonio Savona faceva parte, forse non tutti i milanesi si ricordano di Giancarlo Garbelli tra i campioni di pugilato più popolari degli anni Cinquanta.

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