Cronaca locale

"Messa da Requiem": L'omaggio della Scala per le vittime del virus

Il maestoso capolavoro verdiano in Duomo aprirà la stagione del teatro nel ricordo delle vittime della pandemia

"Messa da Requiem": L'omaggio della Scala per le vittime del virus

Il maestoso capolavoro verdiano «Messa da Requiem» aprirà la stagione del Teatro alla Scala di Milano nel ricordo delle vittime della pandemia. Dopo mesi di silenzio forzato, venerdì 4 settembre le note scaligere torneranno a risuonare tra le navate del Duomo di Milano alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dell’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, del Sindaco della Città Giuseppe Sala. Il maestro Riccardo Chailly dirigerà l’Orchestra e il Coro della Scala con un quartetto di solisti d’eccezione: Krassimira Stoyanova, Elīna Garanča, Francesco Meli, René Pepe.

L’abbraccio corale e consolatorio della musica verdiana sarà un omaggio alla speranza e alla memoria, per non dimenticare quanti ci hanno lasciato, quanti hanno sofferto, quanti si sono dedicati agli altri senza riserve. La foresta di pietra del Duomo milanese farà risuonare ancor più maestose e mistiche quelle pagine struggenti e sublimi di un Verdi ormai maturo che dedicò l’opera ad Alessandro Manzoni eseguendola nell’anniversario della morte, il 22 maggio 1874, alla Chiesa di San Marco a Milano (il manoscritto è conservato al Museo Teatrale alla Scala). Vi è, nel compositore, la capacità di rendere al contempo tragica e potente la percezione sonora dell’incedere della morte, l’intimità del commiato, l’attesa di un raggio di luce.

Il suo Requiem è un percorso tumultuoso dell’anima tra dannazione e beatitudine: nel suono apocalittico delle trombe del «Dies Irae», nella spirituale dolcezza di «Lacrymosa», nella magia mistica di «Libera me», nel coro finale che interpreta i lamenti e le speranze dell’intera umanità. La trama musicale del Messale Romano dedicato alle anime dei defunti acquisisce, con Verdi, una forza che appare pensata soprattutto per quelli che restano a fare i conti con la vita, accomunati dalla compassione: quel sentire collettivo che permette di affrontare insieme il dolore più profondo. Uno stato dell’anima che i più tristi momenti della pandemia ci hanno insegnato a percepire, come afferma monsignor Gianantonio Borgonovo Arciprete del Duomo di Milano: «Grazie alle parole consolatorie del rito e alla potenza “humana” della musica di Verdi, il Duomo di Milano si farà luogo di suffragio e di riflessione sull’esperienza collettiva di questa pandemia che ha toccato le corde più profonde del nostro cuore».

Il concerto sarà trasmesso alle ore 20,15 in diretta televisiva da Rai Cultura, Rai 5, Arté e in diretta radiofonica su Rai 3.

Commenti