A Milano l'ambiente tracolla. Ed è più insicura anche di Napoli. Con tutto il rispetto, non certo un esempio di vita tranquilla. E del resto a leggere la ricerca realizzata dall'Università La Sapienza per Italia Oggi, la provincia di Milano alla casella criminalità se la passa piuttosto male. Ultima in classifica dietro le altre grandi: Firenze, Roma e Torino. Un posto numero 110 che lascia ben poco spazio alle discussioni e soprattutto all'esultanza della sinistra che pur di difendere il sindaco Giuliano Pisapia tenta di negare anche l'evidenza dei numeri. Perché se c'è una cosa che una giunta di sinistra dovrebbe avere a cuore, è proprio la difesa dei cittadini. Perché i ricchi o i politici vivono in centro e girano scortati, mentre i poveri diavoli sono costretti a girare per periferie troppo spesso insicure e zone ormai in mano ai delinquenti. Come testimonia perfino il titolo di Repubblica di ieri che a proposito della violenza sessuale della notte di sant'Ambrogio in via Clitumno (una traversa di via Padova finora descritta da Pisapia come uno splendido esempio di integrazione multietnica) parla di «stupratore della casbah».
Ma anche la cura dell'ambiente è una delle grandi promesse di Pisapia e non passa giorno che dal Comune non esca un comunicato per lodare la sue brillanti iniziative. E, invece, Milano è crollata dalla posizione 58 alla 95 per l'ambiente e nel tempo libero dalla 18 alla 67. Una Caporetto che la sinistra nemmeno ammette. «Il nostro segreto - assicura l'assessore Pierfrancesco Majorino - è non montarci la testa e quindi continuiamo così». Il riferimento, per coprire il tracollo, è al guadagno di posizioni in «qualità della vita» e «benessere». Ma che Milano sia una città ricca nessuno lo mette in dubbio. Senza nessun merito, anzi talvolta nonostante Pisapia. E che il patrimonio accumulato di ricchezza e di Pil consenta di affrontare meglio i momenti di crisi rispetto alle altre province (che quindi scendono) è altrettanto ovvio. Resta da capire se essere più ricchi, ma insicuri e condannati a respirare veleno, sia un motivo di soddisfazione. Per non dire che il passaggio dalla posizione 11 alla seconda nella «salute» non è competenza di Pisapia, ma della Regione a guida centrodestra di Roberto Maroni e magari anche dell'eredità di un certo Roberto Formigoni. Riflessioni che non incrinano le certezze dei sodali del sindaco. «I dati - assicura il capogruppo del Pd Lamberto Bertolè - sono davvero incoraggianti».
«Vorrei far notare - spiega Riccardo De Corato - che gli indicatori comprendono la spesa media mensile pro-capite, l'importo medio mensile dei trattamenti pensionistici, il valore aggiunto pro-capite e i depositi bancari». Il che significa che «a Milano si sta meglio perché i cittadini lavorano, faticano, mettono da parte i loro risparmi e si creano, col sudore della fronte, il loro piccolo gruzzoletto. Dove sta il merito della giunta arancione?».
E per il capitolo sicurezza «ci piacerebbe invocare l'errore - aggiunge -, ma già il Sole24Ore a dicembre aveva mostrato una classifica altrettanto sconfortante: sull'ordine pubblico Milano era terz'ultima, peggio solo Torino e Pescara».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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