Mito esplora anche il Baltico Voci e musiche dall'Estonia

Nella Chiesa di Sant'Alessandro la Tallin Chamber e la Philharmonic Choir. Brani di Pärt e Korvits

Luca Pavanel

Il mondo musicale estone tra misteri e sortilegi. L'occasione per incontrare questa cultura distante (non solo geograficamente) da Milano quasi duemila e cinquecento chilometri - una delle terre baltiche vicina la Svezia - è questa sera dalle ore 21 alla Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia, a due passi da piazza Missori. Occasione rara offerta dal festival Mito: «Impressionismo magico» il titolo dell'appuntamento, al centro della basilica La Tallin Chamber e l'Estonian Philharmonic Chamber Choir formazione orchestrale e coro diretti dalla bacchetta di Risto Joost. Brani in programma, tra il sacro e il profano, di autori locali: «Salve Regina» della (super)star della contemporanea Arvo Pärt che tra l'altro qualche mese fa si è visto in città al teatro Dal Verme e il pezzo «Moorland Elegies» di Tonu Korvits. Concerto preceduto dalla consueta, e in questo caso più che mai gradita e necessaria, introduzione della musicologa Gaia Varon.

Al di là delle molte informazioni sull'evento e sui profili degli interpreti che comodamente si possono leggere sulle note che saranno distribuite pochi istanti prima (e che in parte già si trovano sul sito della rassegna www.mitosettembremusica.it), per iniziare va «inquadrata» la terra di provenienza: l'Estonia, in tutto meno di due milioni di abitanti, da sempre con una grande tradizione musicale. Basti dire che il Festival della canzone estone, nato nel 1869, è uno dei maggiori appuntamenti dedicati al genere corale di tutto il pianeta. Senza contare la sua posizione nello scacchiere internazionale riguardo alle produzioni di oggi. Forte, infatti, l'impegno sulla contemporanea, con una rassegna ad hoc, l'«Estonian music days» tra il 6 e il 13 aprile, organizzata dall'Associazione estone dei compositori. «Un mondo culturale davvero interessante spiega il compositore Giovanni Albini, docente al Conservatorio di Trento e dottorando all'Accademia di musica e teatro di Tallin, la capitale del Paese nordico C'è una scena molto viva e capace, con un dipartimento di composizione all'avanguardia, forse l'unico ad aver reso obbligatoria, nel suo corso di composizione, la produzione audiovisiva artistica». C'è da visitare per esempio l'Arvo Pärt Center: fondato nel 2010 con lo scopo di creare opportunità per la conservazione e la ricerca del patrimonio creativo del compositore nel suo Paese. Di più da sapere.

Più in generale, qui, tutto in qualche modo è «toccato» e si esprime richiamando una realtà ambientale sottoposta a forti estremi climatici; come le giornate, lunghissime e luminose in estate, e corte e scure in inverno. Quindi dal concerto, tra i temi, c'è da aspettarsi qualcosa di ispirato a un universo «piano», «terso», «netto e lineare», fatto di natura. Un luogo dove la ricerca della spiritualità musicale ha messo su casa. Questa sera oltre al grande minimal-mistico Pärt, attenzione a Korvits che «in trasferta artistica dalla tundra» - porta al centro una prima italiana.

Un'opera che trae la sua fonte d'ispirazione «dai colori e dalla vastità della brugheria più famosa della letteratura, quella situata nel West Yorkshire inglese viene spiegato dove si svolge l'azione di «Wuhering Heighs» («Cime tempestose», capolavoro della Bronte)». Buon viaggio!

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