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Moratti, cordoglio della città: «Un imprenditore illuminato»

Commozione per la scomparsa del presidente di Saras Sepolto a San Patrignano, la sfida a cui teneva di più

Antonio Ruzzo

L'ultimo saluto a Gian Marco Moratti, scomparso ieri a 81 anni, attraversa la città e va a raggiungere altri mondi mettendoli tutti insieme. Imprenditoria, società civile, solidarietà, sport, soprattutto il calcio. Era tante cose questo imprenditore che tutti ricordano con un paio di aggettivi ricorrenti: discreto ed elegante.

Era il presidente della Saras, un gruppo che si occupa di raffinazione petrolifera e che ha segnato un periodo forse finito della nostra economia. Era il marito di Letizia Brichetto poi Moratti, ministro dell'istruzione ma soprattutto sindaco di Milano che, anche se forse in pochi se lo sono ricordati quando dovevano, da queste parti ha portato l'Expo che ha dato spinta alla rinascita di una città che aveva smesso di correre. Era il figlio di Angelo Moratti uno dei grandi capitalisti italiani ma soprattutto era il fratello di Massimo, presidente del Triplete, il trionfo che ha per l'eternità legato questa famiglia ai colori nerazzurri.

«Era un imprenditore capace e attento ai bisogni delle persone fragili - ricorda il sindaco Giuseppe Sala - La nostra città e la comunità di San Patrignano perdono un riferimento solido. Ho visitato con lui alcuni anni fa la comunità e sono rimasto colpito da come conoscesse ogni dettaglio e ogni persona. La famiglia Moratti è una famiglia importante a Milano - continua - perché ha segnato i destini degli ultimi decenni e sono vicino in particolare a Letizia».

Era l'esempio di una milanesità antica che ora manca: «Un modello per le nuove generazioni di imprenditori - le parole di Silvio Berlusconi - L'emblema di una Milano sobria e concreta che proprio grazie a uomini come lui è oggi una città fra le più avanzate in Europa e nel mondo». Era (era stato) presidente dell'Unione petrolifera italiana, componente del Comitato interministeriale per il coordinamento dell'emergenza energetica e del Comitato ministeriale per l'industria e l'ambiente: «Era un grande imprenditore ed era un associato storico di Assolombarda...» ricorda il presidente Carlo Bonomi. Ma soprattutto «era un uomo capace di voltarsi indietro per dedicare tempo ed energie a chi è in difficoltà e agli ultimi. E questo ne fa un esempio per tutti» aggiunge Carlo Sangalli, presente della Camera di Commercio.

Gian Marco Moratti era uno dei punti di riferimento della comunità di recupero di San Patrignano che con la moglie Letizia ha sempre fortemente aiutato. Era uno dei principali sostenitori del progetto sin dagli anni Settanta quando conobbe Vincenzo Muccioli e scattò la scintilla per una missione di cui condivideva valori e ideali e in cui aveva deciso di spendersi in prima persona fino all'ultimo. Oggi, dopo i funerali nella chiesa di San Carlo al Corso a Milano, verrà portato proprio là per essere seppellito secondo le sue volontà: «Quella di Moratti è stata una presenza costante per noi - spiegano dalla comunità - Riservata, ma sempre rassicurante che infondeva coraggio e forza alle migliaia di ragazze e ragazzi che vivono qui. Una comunità per cui aveva lottato, gioito e sofferto...». A San Patrignano ha lasciato un segno tangibile ma non lo ha lasciato solo a San Patrignano: «É stato un imprenditore con grande senso civico e con una attenzione al sociale importante - dice Maurizio Lupi - Una di quelle persone che fanno capire a tutti il ruolo e il significato delle grandi famiglie per una città e per un Paese. Io, milanese d'adozione, ho imparato anche da figure come la sua il carattere ambrosiano che distingue questa città nel mondo». Così lo ricorda anche Tommaso Giulini, patron del Cagliari calcio: «Ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo industriale ed economico della Sardegna - spiega - Imprenditore illuminato e filantropo appassionato, è stato anche un grande uomo di sport al fianco del papà Angelo e del fratello Massimo».

Addio al petroliere con i messaggi del presidente lombardo Roberto Maroni, del candidato alla Regione Attilio Fontana, dei senatori di Forza Italia, della politica tutta.

Con il cordoglio del Milan Calcio, del presidente del Coni Giovanni Malagò e dello sport. Addio con il saluto del sito nerazzurro che lo ritrae giovanissimo con suo fratello Massimo e suo padre Angelo sulla tribuna di San Siro: «Mi ha insegnato tutto lui...», ripeteva sempre.

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