Moschea, bordate da sinistra: scempio

Rigettate le richieste del quartiere. Il presidente di commissione: «Un crimine urbanistico l'impatto sulla zona»

«Crimine urbanistico, scempio, brutta figura». Bordate più che critiche. In arrivo da sinistra. Il bando-moschee è sotto tiro fin da quando era solo una bozza. Ma oggi il Comune registra il no più difficile da digerire: da sinistra, dal quartiere e con motivazioni tecniche. Sotto c'è una firma pesante, quella di Enrico Fedrighini, ex consigliere comunale, oggi presidente di commissione Ambiente e Mobilità in zona 8 e portavoce del comitato referendario «Milanosìmuove».

Il bando, fresco di pubblicazione, assegna in uso per «finalità religiose» sociali e culturali tre aree pubbliche, in cui le 52 associazioni iscritte all'albo comunale (14 islamiche) potranno costruire luoghi di culto (moschee e non solo). Si tratta di 3.400 metri quadrati in via Marignano, 1.492 in via Esterle (via Padova) e ben 5mila metri in via Sant'Elia. L'intero bando è contestato dall'opposizione, contraria alle moschee. Ma su quest'ultima previsione (l'ex Palasharp) anche la sinistra locale era critica, e in un documento approvato a maggioranza in Zona ha proposto rilevanti correttivi. La più importante modifica chiesta (anche in un'assemblea) all'assessore Pierfrancesco Majorino era la riduzione dell'area da edificare. Una richiesta sostanzialmente disattesa oggi dalla giunta, dal momento che il capitolato allegato al bando, con formulazione peraltro molto incerta, prevede 1.000 «per il principale spazio di preghiera realizzato nell'ambito dell'immobile». E gli altri 4mila? Servizi? Uffici? Biblioteche? Spazi di preghiera «non principali»? Un'ambiguità che suscita grande perplessità. «Se non viene rispettato quanto chiesto dalla zona noi faremo di tutto perché venga accolto» anticipa Claudio Consolini, ex presidente di zona e capogruppo di Forza Italia. «Majorino getta la maschera e perde la faccia» dà battaglia il leghista Enrico Salerani, confermando che «il testo del bando si rivela sostanzialmente identico a quello che tante proteste aveva provocato nella cittadinanza». Sospende il giudizio invece il presidente di Zona Simone Zambelli (Sel): sul piede di guerra sui concerti di «Citysound» a Montestella, sarebbe soddisfatto se quei 4mila metri fossero destinati a uffici o altri servizi.

Il più duro nel criticare la «brutta figura» dell'assessore, invece, è proprio Fedrighini: «Io devo tutelare i cittadini, non l'assessore - premette - perciò devo giudicare come se il bando l'avesse fatto un'amministrazione di diverso colore. E direi la stessa cosa se al posto del luogo di culto si trattasse di un'ospedale o di un altra struttura destinata ad attrarre traffico. Sarebbe un disastro». «Intanto - spiega - è molto grave che un'iniziativa del genere sia stata decisa senza coinvolgere le zone. È una violazione delle più elementari procedura di democrazia e partecipazione. Allora significa che c'era già un pacchetto, un accordo pronto. È un decentramento barzelletta». Poi, come detto, la stroncatura di merito: «Abbiamo un parcheggio occupato, dati, ufficiali, al 98%, poi gli eventi come concerti e partite allo stadio, una scuola, un terminal bus, l'autostrada. Qualunque amministratore con un minimo di raziocinio capirebbe che quella è la zona in cui non fare. Infatti c'è aperta una procedura, chiesta dalla stessa giunta, per vincolare l'intera zona.

Una schizofrenia scandalosa». Questo «impatto urbanistico» sarebbe per il verde Fedrighini «un crimine urbanistico» da impedire «in ogni sede». «Ci attrezzeremo per una mobilitazione - preannuncia - per evitare questo scempio».

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