E così Milano si regala la luna. Sul serio, senza metafore. A 42 anni dall'ultimo sbarco dell'uomo sul nostro satellite, sempre che non vogliamo cedere a tentazioni negazioniste, l'unico frammento lunare presente in Italia ( nella foto in basso ), raccolto dagli astronauti dell'Apollo 17 nel dicembre 1972, atterra nella nuova Area Spazio del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. O meglio, riemerge dal suo caveau, dove finora è stato gelosamente custodito fuori dalla portata di occhi indiscreti se non in rarissime occasioni. Il campione lunare esposto fu donato al Governo italiano, e poi al Museo milanese della Scienza e della Tecnologia (allora Tecnica) dagli USA di Richard Nixon in segno di fratellanza, unione e collaborazione già nel 1973, al termine del programma Apollo. Si tratta di un frammento di roccia basaltica, materiale lavico risalito in superficie e solidificatosi dopo il raffreddamento. Al contrario di quanto di norma succede sulla Terra, gli studiosi pensano che questo materiale sia emerso dall'interno del satellite con un lento processo di affioramento, senza fenomeni vulcanici. Proprio come è avvenuto per i «mari» della Luna, le vaste aree scure visibili anche a occhio nudo. Il frammento fu raccolto nella Taurus Littrow Valley dal comandante della missione, Eugene Cernan, ultimo uomo ad aver lasciato la Luna. E pur essendo molto piccolo (misura un paio di centimetri ed è immerso in una sferetta di vetro sintetico), ha un valore enorme. Anche simbolico: quello dell'Apollo 17 fu l'ultimo viaggio con allunaggio di esseri umani, e chiuse un'epoca iniziata nel luglio 1969. Una stagione gloriosa, che ebbe i suoi eroi e le sue vittime, le sue emozioni e le sue tragedie. Ma perché proprio a Milano? In effetti non è un caso: innanzitutto qui c'era, fin dal 1953, il più grande museo della Scienza italiano, e uno tra i più importanti al mondo. E poi il filo rosso che lega il «Leonardo da Vinci» all'epopea delle esplorazioni lunari era partito già nel 1971, quando i pionieri dell'Apollo 15, freschi di rientro sulla Terra, furono ospiti qui. Tra loro anche il comandante David Scott, uno dei 12 uomini di sempre ad aver calpestato il suolo lunare. Il resto è storia di ieri: nel 2007, durante la Milanesiana, il direttore del Museo Fiorenzo Galli sorprese tutti presentando il frammento, che poi fu esposto saltuariamente in occasione di eventi speciali. Da oggi lo potremo ammirare ogni giorno grazie alla campagna di crowdfunding «Conquistiamoci la Luna», che ha superato l'obiettivo dei 50mila euro, e ad eventi ad hoc come il gala «Luna al Museo», organizzato con personalità della scienza e della cultura. Accanto al frammento, indiscussa star della rinnovata Area Spazio, tanti affascinanti oggetti originali e inediti, esperienze interattive, strumenti, testimonianze, approfondimenti e curiosità. Due i nuclei principali: Osservare lo spazio e Andare nello spazio.
Tra le altre cose da non perdere: i globi terrestri e celesti di Coronelli e Moroncelli (XVII secolo), il modellino ligneo dell'ossevatorio di Brera e, più recenti, l'imponente stadio Z9 del lanciatore Vega, i satelliti San Marco e Sirio e la rarissima tuta Krechet destinata ai cosmonauti sovietici. Non solo: per toccare con mano la vita quotidiana nello spazio, ecco la riproduzione di una porzione della Stazione Spaziale Internazionale, oltre a ben 27 postazioni multimediali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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