Ci sono voluti quindici mesi, e il Napoleone di Brera è tornato a splendere. Ne è valsa la pena, visto che a suo tempo Antonio Canova fu profumatamente pagato per realizzare il «Napoleone in veste di Marte Pacificatore». Ottenne l'equivalente di un miliardo e duecento milioni di oggi che lo scultore maniacale nella realizzazione dei suoi lavori in parte investì per la colatura al bronzo della statua. Canova voleva infatti imitare gli antichi nei temi e anche nei modi di scolpire. Tuttavia, riprodurre una fusione con unico getto di una statua così grande, e in un metallo così pregiato come il bronzo, non fu facile. Il primo tentativo andò a vuoto, il secondo riuscì, a Roma, e la statua arrivò a Milano dopo un rocambolesco viaggio, trainata su carri. Era il 1812, ed erano passati solo sei anni da quando l'opera fu commissionata all'artista, ma tutto era improvvisamente cambiato: il fulgore napoleonico a Milano (con la creazione della Pinacoteca di Brera e Foro Bonaparte) era assai sbiadito e l'opera, pensata per il palazzo del Senato, rimase a lungo imballata. Maestosa e vigile, approdò a Brera solo nel 1859 e lì è rimasta: «ignuda e sublime», come voleva il Canova.
Agenti atmosferici, smog e un difetto strutturale del basamento dovuto al difficile processo di fusione ne minavano però da tempo l'assetto strutturale: lo scorso giugno un felice progetto pubblico-privato ha permesso di realizzare il restauro, il cui esito è stato svelato ieri al pubblico. Dopo poco più di un anno di lavori, il Napoleone è uscito dalla teca trasparente e brilla nel cortile di Brera: il merito va all'Associazione Amici di Brera e alla soprintendenza, capaci di presentare un progetto che si è aggiudicato il bando internazionale lanciato da Bank of America Merrill Lynch. Grazie a 250mila euro messi a disposizione dalla banca americana, il Napoleone si è «rimesso in forma con restauro a regola d'arte», chiosa Sandrina Bandera, direttrice della Pinacoteca.
Il processo non privo di momenti di suspense, come quando la statua è stata messa in orizzontale per la pulitura del basamento è avvenuto in trasparenza, sotto gli occhi del pubblico e degli studenti di Brera: il Napoleone era infatti custodito in una teca trasparente progettata da Marco Bellini, che ha reso l'intervento di restauro «un momento didattico e formativo». Diretto da Daniele Pescarmona e realizzato da Mario Colella insieme a un team di una sessantina di esperti tra ingegneri, chimici e studiosi dei materiali, il lavoro, dopo una fase di diagnosi dei principali problemi, ha scomposto la statua e pulito le parti interne. E se oggi possiamo ammirare un Napoleone davvero bronzeo, ripulito da particelle di smog, muschi e licheni, con la base in granito riparata per farla meglio aderire alla statua, il lavoro non è ancora finito.
«Sono già in programma revisioni del restauro e un controllo dell'intervento tra sei mesi», spiega Pescarmona, perché le statue che «vivono» all'aperto devono essere monitorate di continuo. Annunciati anche i restauri delle altre statue del chiostro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.