Nel feudo che fu di Re nudo si sfila sognando Miss Italia

Negli anni Settanta regnò la protesta delle femministe. Ora saliranno in passerella le reginette del glamour

Nel feudo che fu di Re nudo si sfila sognando Miss Italia

Da domani per tutta la settimana, Milano si illuminerà di 30 splendenti ragazze. Non che la città ne abbia bisogno, considerato il viavai di modelle che qui sono di casa. Ma la pattuglia femminile di new entry non passerà inosservata, considerato che tra loro sarà eletta Miss Italia 2018. L'incoronazione avverrà negli studi di Infront Italy, di fianco al Parco Lambro, il polmone verde più suggestivo della città (anche se, in alcune zone, frequentato da personaggi decisamente poco raccomandabili): proprio a poche decine di metri dalla passerella dove sfileranno le miss, ad esempio, è attiva una piazza dello spaccio ben occultata tra la vegetazione incolta lungo via Crescenzago a fianco all'arena XFactor. Un'enclave di degrado che contrasta con il clima glamour che da domani si respirerà in uno dei luoghi simbolo di Milano. Entriamo nella macchina del tempo, e portiamo indietro il calendario. Scopriremo così che il Parco Lambro ha rappresentato lo scenario naturale della mitica «contestazione».

Correvano (preferibilmente a piedi scalzi) gli anni '70 tra un Re Nudo e regine femministe; giovani, impegnati, di sinistra; figli dei fiori e altrettanti figli di buona donna; cani sciolti, hippy, tende canadesi, panini, birre. E tanta droga. Ieri come oggi. Quando si dicono i corsi e i ricorsi storici. Con tanto di nemesi rosa: negli anni '70 le femministe tutte «Il corpo è mio e lo gestisco io!»; nel 2018 le ragazze della «Generazione Z» della Mirigliani tutte «oltre alla bellezza c'è di più!» («A cominciare dal cervello», tiene a precisare la Mirigliani). Ma l'amarcord barricadero del Parco Lambro è duro a morire. Vive e combatte nei nostri ricordi. E la memoria va. «Nell'aria un'eccitante voglia di liberazione dai costumi e dal sesso, e tutt'intorno tanta nuova musica»), contro realismo. Descrizione d'antan.

«Fu tutte queste cose e molto altro il Festival del proletariato giovanile che dal 1974 al 1976 trasformò il prato spelacchiato di Parco Lambro a Milano nella più importante, folle e verace - rispetto alla leggendaria Woodstock - manifestazione giovanile controculturale dell'epoca», ha scritto il Giornale.

Un contromovimento. Ma contro cosa? Contro tutto. Ora, lì dove suonarono i rivoluzionari del rock italiano arrivano le «ribelli» della bellezza sotto il segno della premiata ditta Patrizia Mirigliani, donna modernamente tosta. Domani sarà lei ad accompagnare le sue creature in visita al sindaco a Palazzo Marino. Poi partirà il conto alla rovescia fino a domenica con «Le Selezioni» e il giorno dopo «La Finale» (ore 21.10 su La7).

I conduttori saranno Diletta Leotta e Francesco Facchinetti. Il programma, alla sua sesta edizione sulla tv di Urbano Cairo, si svolgerà negli studios di Infront Italia, società in partnership con il concorso Miss Italia: una novità rispetto al passato visto che la sua base era storicamente Jesolo dove quest'anno si sono concentrate solo le prefinali nazionali. A Milano è in arrivo invece la pattuglia delle 30 finaliste che si contenderanno il titolo di erede di Alice Arlanch, la Miss in carica.

«È la prima volta - spiegano gli organizzatori - che la proclamazione della vincitrice avviene in un capoluogo di regione. Il concorso del territorio, della provincia italiana, delle città termali e dei borghi caratteristici si trasferisce in una metropoli dopo un lungo viaggio, da Stresa (1946), alle 41 edizioni di Salsomaggiore, alla Calabria, a Sanremo, Cortina, Montecatini, Jesolo».

Tra le novità anche la presenza di Chiara Bordi che concorre nonostante una protesi alla gamba e si definisce la prima «miss bionica». Una scelta opportuna? I pareri divergono. Ma senza polemiche che Miss Italia sarebbe?

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