Niente più papà e mamma Negli asili solo il «genitore»

Niente più papà e mamma Negli asili solo il «genitore»

Addio mamma e papà: la neo-lingua imposta dal politicamente corretto fa passi da gigante. E nei moduli per le iscrizioni alle scuole dell'infanzia di Milano lascia sul campo due «paroline» che qualcosa vogliono dire nella storia e nella cultura: madre e padre. Saranno solo un ricordo per le famiglie che intendono mandare i bambini all'asilo, sostituite dal freddo e neutro «genitore».
Non siamo ancora al genitore 1 e 2, ma poco ci manca. E la rivoluzione - determinata dalla delibera comunale sul registro delle coppie di fatto - scatterà il 14 febbraio. Ci ha lavorato, con i funzionari comunali, la consigliera del Pd Rosaria Iardino, già responsabile del Forum dei cittadini. Ed è chiaro che si tratta di pura ideologia, ma gravida anche di implicazioni pratiche. «Già dal prossimo anno scolastico - come ha comunicato una circolare del Comune - i figli di una coppia regolarmente presente nel Registro potranno essere iscritti a scuola a prescindere che siano biologicamente riferibili alla coppia medesima o in arrivo da relazioni precedenti. La novità è che anche due genitori dello stesso sesso avranno la loro unione riconosciuta come famiglia». Con precisi diritti («e anche doveri» aggiungono). Per esempio nell'accesso alle agevolazioni. C'è chi ha già coniato un neologismo: «famiglio-fobia», pensando che solo l'ostilità per l'idea di famiglia (quella definita come «tradizionale») possa produrre decisioni come quella assunta dal Comune. «È un importante passo avanti - ribatte invece la consigliera Pd - che tiene conto dei tempi ma soprattutto delle esigenze delle tante famiglie omogenitoriali che vivono a Milano». A suo parere le famiglie composte da due donne o due uomini che iscrivono i figli avuti da precedenti matrimoni o nati attraverso nuove tecniche di concepimento avrebbero subito una «umiliazione» di fronte «a moduli nati quando vigeva un solo concetto di famiglia». E in effetti esultano le cosiddette «famiglie arcobaleno».
Al contrario, la piccola ma significativa innovazione non è sfuggita all'opposizione, che ha reagito con nettezza. «Allibito» l'ex vicesindaco Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) «siamo di fronte - dice - a un attacco alla famiglia a partire proprio dalla sue fondamenta». «I termini padre e madre non possono essere ridotti a fredda burocrazia» avverte il consigliere Matteo Forte. Di «una cosa patetica che imbarazza per primi gli omosessuali» parla il coordinatore lombardo di Forza Italia, Mariastella Gelmini. «La mia - dichiara Iardino - non è certo una battaglia contro quel che padre e madre significano nell'immaginario della gente. Ciascuno è libero di concepire la famiglia come meglio crede». E in effetti qualcuno si ritiene ancora libero.

«Sconcertato» il consigliere di zona 9 Federico Illuzzi (Ncd), che parla di un «ridicolo tentativo di cercare di cambiare la realtà cambiando il nome delle cose». E annuncia la sua «disobbedienza civile»: «Quando dovrò iscrivere mio figlio alla scuola d'infanzia correggerò i moduli cancellando la parola “genitore” e sostituendola con quella di padre e madre»

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