«Non mi sono montata la testa Sbaglia chi è invidioso di me»

Parla la trentatreenne consigliera di Zona, outsider e volto nuovo di Forza Italia: «Non attacco nessuno, voglio fare la consigliera comunale non il senatore a vita»

Ma Silvia dove vuole arrivare? Punta a Palazzo Marino, al coordinamento azzurro o a che cos'altro? È questa la domanda che si fanno compagni di partito (Forza Italia) e avversari ogni volta che Silvia Sardone si vede in tv o interviene .

E allora, Sardone, vuole andare in Comune?

«Io punto a correre per il Consiglio e a essere eletta».

Ma quando si fa il suo nome per la candidatura a sindaco?

«Sono lusingata, mi fa piacere ma io non mi sono candidata. Resto coi piedi per terra».

E se glielo proponessero?

«Chi, fra quanti fanno politica con passione, direbbe di no? Ma non mi sto auto-proponendo».

Ha proposto un limite di tre mandati per gli eletti. A qualcuno non è piaciuta l'idea.

«La proposta non è mia, ci sono anche dichiarazioni di Toti o Rossi. È divertente notare che alcuni consiglieri di Milano avevano firmato nel 2012 un documento che prevedeva il limite di due mandati e il divieto di doppi incarichi. E hanno cambiato idea».

I suoi incarichi oggi?

«Sono consigliera di zona 2 e responsabile sicurezza nella segreteria di Forza Italia. Sono anche coordinatrice a Sesto ma lascerò questo posto. Spero nel ricambio».

Vuol ancora fare il coordinatore milanese?

«Al momento non si sa quando ci saranno i congressi. La mia priorità è lavorare sul territorio, non le cariche».

E sta lavorando? I numeri in Zona quali sono?

«Ho il record di documenti presentati. Saranno un centinaio all'anno».

Le presenze?

«Ottime, quando le sedute non sono incompatibili col lavoro ci sono sempre».

Ma lei va d'accordo con i colleghi?

«Il rapporto col mio capogruppo è ottimo. Il rapporto con la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini è ottimo».

E nel coordinamento comunale?

«I rapporti sono buoni, davvero. Ognuno poi fa il suo percorso. Io non attacco nessuno, lavoro tanto. Ho molta visibilità e forse questo può suscitare invidie. Tutti sanno che voglio candidarmi. Se vinciamo ci sarà posto per tutti, se non dovessimo vincere potrei destare qualche preoccupazione. Me ne farò una ragione».

Come ha costruito la sua visibilità?

«Con un grande lavoro di squadra, di un gruppo di giovani che mi sostiene. E con una lunga gavetta, partita dalle tv locali. Poi mi invitano, magari in tv sono un po' effervescente».

Come fa a fare tutto?

«Ci provo, per le mamme è doppia fatica. Cerco di passare più tempo possibile con i miei bimbi. Li porto sempre in giro e infatti sono fra i più conosciuti in Forza Italia».

Qualcuno dice che potrebbe fare come Renzi e bruciare le tappe.

«Dopo due mandati in zona, il Consiglio comunale mi pare una cosa naturale».

Come nasce tutta questa passione politica?

«Facevo volontariato in oratorio, poi in un voto a Sesto non uscirono le preferenze che ci si aspettava. Mi sembrò strano e chiesi di fare la rappresentante di lista la volta dopo».

Oratorio? Politicamente come si definirebbe?

«Conservatrice sui valori, liberale in economia».

Un suo riferimento? Un nome solo.

«Berlusconi. Se troppo scontato e devo dirne un altro scelgo Cameron».

Salvini e Forza Italia. Che fare?

«Nelle mie battaglie ho sempre al fianco i leghisti. Senza di noi Salvini non va da nessuna parte. E lo stesso noi senza di loro».

Sosterrebbe lui o magari Lupi?

«Se vincessero le primarie? Senza problemi».

Con Pisapia è molto severa. Non è il Pd che comanda ora?

«Semmai troppo poco severa, è il peggior sindaco della storia. Il Pd vuol farci dimenticare tutto cambiando nome».

Chi teme di più a sinistra e chi meno?

«Fiano è un buon candidato, Majorino il più facile da battere».

Le piacerebbe se la chiamassero «Renzi in gonnella»?

«Renzi non riesce a governare l'Italia. Mi è piaciuto di più “De Corato in gonnella”».

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