Note in salotto o in cortile Così la città apre ai solisti

Oltre 60 i concerti per piano nelle case. Gli anfitrioni si raccontano: «Felici di accogliere la grande musica»

Luca Pavanel

I virtuosi di Piano City invadono pure le case: non solo «House Concert» però, anche i concerti in cortile sono da sempre il cuore e l'appuntamento più intimo del programma della rassegna. Oltre sessanta «live» arricchiscono il palinsesto di questa edizione grazie ai tanti milanesi che hanno voluto partecipare attivamente, mettendo a disposizione appartamenti e corti private. Tra i protagonisti di questi appuntamenti Sasha Puskin, Federico Nicoletta, Jonas Aumiller, Pietro Cavedon, Vincenzo Culotta con Katarzuna Preisner, Federico Bricchetto, Zharko Paunov. Ma per quale motivo i proprietari di case aprono le porte?

«Io l'ho fatto perché mi piace condividere la musica con altre persone - spiega Marco Rossini, 36 anni, imprenditore, per il sesto anno consecutivo a disposizione di Piano City -. La passione per la musica me l'hanno trasmessa i miei genitori. E io cerco di ricambiare, facendola vivere agli altri nella mia abitazione a persone che magari normalmente non vanno a teatro». Nella sua casa a Milano, zona piazza Udine, ci stanno dieci spettatori. «Preferisco che suoni un pianista che viene da fuori, così posso ascoltare anche io, tranquillamente - conclude -. Non so ancora il programma che verrà proposto; io, che suono, mi sarei cimentato con brani dei compositori Lodovico Einaudi e Yan Tiersen».

Altro proprietario di casa: Allegra, 48 anni, operatrice culturale, mamma di due bimbe di 7 e 9 anni. «Ho voluto aprire la anche per far vivere alle mie piccole le meraviglie della musica - spiega la signora che è diplomata in pianoforte -. Loro, vista l'età, vanno raramente ai concerti, così ho deciso di portare qui il pianista. Cosa suonerà? Chopin, Beethoven e Mozart». Sarà una bella festa musicale per tutti, previsti venti posti. C'è posto per tutti, viene assicurato, al limite «ci si siederà sui gradini», conclude scherzando. Conclude la carrellata Giuseppe Valla, classe 1934, anche lui in prima linea per la rassegna fin dalla prima edizione: «Il pianista sono io e quest'anno propongo un programma di colonne sonore - spiega il musicista che suona anche al Trivulzio, per gli ospiti -. Chi viene? Sono persone che ovviamente conosco al momento. Un anno mi sono trovato marito, moglie e la figlia di sette anni, un'altra volta due giapponesi che mi hanno fotografato la casa», racconta ridendo.

Il pianista Valla, diplomatosi

da privatista esterno nel 1959, arricchisce i suoi recital con delle presentazioni: «Si, al pubblico spiego ciò che poi suono, così il concerto è più completo». A Piano City dunque, non solo note ma anche cultura musicale.

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