Il nuovo Amleto arriva da Teheran e canta Kill Bill

Il regista Dadgar apre la stagione del Piccolo: «Non è uno Shakespeare alla maniera europea»

Il nuovo Amleto arriva da Teheran e canta Kill Bill

Come sarai mai Shakespeare visto da Teheran? «È sorprendente, misterioso, drammatico... è il mio autore contemporaneo iraniano!». Parole di Arash Dadgar, il regista e fondatore della compagnia Quantum Theatre Group che, da oggi a sabato, al Piccolo Teatro Studio metterà in scena un «Hamlet» in lingua farsi (con sovratitoli in italiano). Frutto di una riscrittura a più mani, elaborata nel corso di quattro anni, la tragedia shakespeariana con la quale si apre la stagione del Piccolo, per la prima volta rappresentata fuori dai confini dello stato persiano, «non è – ammette il regista – “alla maniera europea”: rischierei altrimenti di fare una brutta copia di quello che altri registi sano fare meglio». È semmai «un modo, attraverso gli interrogativi che tormentano Amleto, di mettere alla prova se stessi, quel che si sa e quel che ancora ci è oscuro della vita», ed è anche un audace tentativo di rileggere il Bardo in chiave ipermoderna, alla luce della fisica quantistica. Il “Quantum” che sta nel nome della compagnia (una realtà di punta della nuova scena di Teheran, città ricca di fermenti artistici e di gruppi d'avanguardia, nonostante la vigilanza del regime) si richiama infatti alla disciplina che studia il comportamento della materia. La vicenda del principe di Danimarca viene perciò interpretata come «la storia di un cambiamento di stato, proprio come accade ai corpi che da solidi si fanno liquidi o gassosi; oppure come un cambiamento di traiettoria, soprattutto quando un personaggio, simile a un atomo, viene a scontrarsi con un altro, modificando così la propria direzione».

Se la “maniera europea” di fare spettacolo non è tra i riferimenti di Dadgar, sembra però esserlo l'immaginario cinematografico americano. Nell'allestimento al Piccolo Studio sentiremo Amleto fischiettare il refrain del film «Kill Bill» di Quentin Tarantino, e vedremo un Laerte in versione «Edward mani di forbice» e una Gertrude della stessa tonalità di biondo platino di Lana Turner. Quanto alla situazione del suo paese di provenienza, come sarebbe possibile non intravedervi dei rimandi nella sessuofobia e nella difesa dei costumi tradizionali condotta da Laerte? Oppure nell'attitudine, da parte di Polonio e Claudio, a censurare le letture rischiose di Amleto?

L'«Hamlet» iraniano inaugura un'annata in cui il Piccolo accentuerà ulteriormente la sua dimensione internazionale. Tra il settembre 2014 e l'ottobre 2015, le tre sedi del più storico palcoscenico milanese vedranno avvicendarsi compagnie russe, svizzere, israeliane, spagnole, argentine, belghe, olandesi e cinesi.

Il tutto mentre, da Roma, si attende ancora il decreto ministeriale che dovrebbe confermarlo in quel ruolo di Teatro d'Europa prefigurato, già all'inizio degli anni Novanta, dall'ex sindaco, e allora ministro allo spettacolo, Carlo Tognoli.

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