Con il Papa in Duomo anche il relitto dei profughi

Per la visita del Papa, il regista messicano Alejandro Inarritu sogna di portare in piazza del Duomo il relitto della nave dei migranti affondata nell'aprile 2015

Con il Papa in Duomo anche il relitto dei profughi

Dopo i gommoni dei migranti portati a Palazzo Strozzi a Firenze per la mostra dell'artista cinese Ai Wei Wei, i barconi in piazza del Duomo a Milano. L'idea, come ha sritto ieri Repubblica, è del regista messicano Alejandro Gonzalez Iñarritu, vincitore di quattro Oscar negli ultimi due anni: sistemare all'ombra della Madonnina il relitto di un'imbarcazione naufragata nel Canale di Sicilia nell'aprile 2015, trascinando negli abissi centinaia di disperati in fuga verso l'Europa. Lo scheletro della nave è stato recuperato dalla Marina militare ed ora giace nella base siciliana di Melilli, vicino ad Augusta. L'idea di esporre il relitto davanti al sagrato della cattedrale sarebbe stata esposta in gran segreto al sindaco Beppe Sala, ma il Comune per ora si trincera dietro un diplomatico «no comment». Massimo riserbo anche dalla Fondazione Prada, con cui il regista messicano ha una collaborazione: «Non diciamo su cosa stiamo lavorando», spiegano a Repubblica. Tuttavia l'idea c'è e si sarebbe individuata già anche una data: il 24 marzo, giorno in cui Papa Francesco arriverà in visita pastorale nella città di Ambrogio e Carlo Borromeo.

Sicuramente l'esposizione della barca dei migranti sarebbe assai gradita al Pontefice che potrebbe anche cogliere l'occasione per benedirla. Tutti ricordano infatti la Messa celebrata da Bergoglio a Lampedusa nell'estate del 2013: in quell'occasione il Santo Padre celebrò l'Eucaristia su un altare ricavato da una barca e ricevette in dono un pastorale scavato proprio nel legno dei barconi e che ancora oggi ama portare con sé. La proposta dell'installazione di Iñarritu arriva proprio all'indomani della sentenza con cui il gup di Catania Daniela Monaco Crea ha condannato rispettivamente a diciotto e a cinque anni di reclusione il capitano tunisino e il mozzo siriano di quella carretta del mare con cui si inabissarono almeno settecento migranti.

Si salvarono solo in settantotto, ripescati dai flutti dal cargo portoghese «King Jacob» e quindi subito sbarcati sulle coste della Trinacria per poi unirsi al

fiume di profughi in marcia verso la ricca Europa del Nord. Qualcuno, però, potrebbe essersi fermato a Milano e c'è il rischio che possa capitare da piazza del Duomo. E magari, fermandosi, riconoscere quel barcone maledetto.

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