Una partita di droga non pagata dietro l'omicidio della coppia

Un partita di droga non pagata dietro il duplice delitto di via Muratori. La notizia inizia a rimbalzare ieri a metà pomeriggio, lasciando intendere che gli investigatori siano prossimi a risolvere il giallo della morte dei coniugi Spelta. Ma in serata il capo della mobile Alessandro Giuliano gela le speranze: «Smentisco ufficialmente di aver individuato con assoluta precisione le cause dell'agguato. Confermo che la pista privilegiata è quella di uno sgarro all'interno del mondo della droga, quale però non è ancora stato chiarito».
Al di là delle smentite però, sembra che gli investigatori stiano definendo con sempre maggiore chiarezza i motivi che hanno portato alla morte Massimiliano Spelta e la moglie dominicana Carolina Ortiz Payano. Dopo le prime tornate di interrogatori infatti hanno circoscritto una cerchia ristretta di conoscenti tra i quali individuare chi fosse a conoscenza dei segreti della coppia. Segreti legati, come conferma il capo della mobile, a traffici illegali dal Sudamerica. A indicarlo c'è sempre quel mezzo etto di cocaina di ottima qualità trovata nel loft di via Mecenate 84 dove vivevano i due.
Droga, vita notturna, frequenti viaggi a Santo Domingo, alberghi di lusso, una vita nettamente al di sopra delle loro possibilità. Soprattutto dopo che la ditta di cui l'uomo era socio, era stata dichiarata fallita. Dunque Spelta e Ortiz Payano, 43 anni lui, 21 lei, giovani e un po' incoscienti hanno pensato bene di integrare il loro reddito mettendo in piedi un piccolo ma remunerativo traffico di stupefacenti. Poi non contenti hanno pensato bene di «fregare» qualcuno non pagando una partita di droga, ipotesi più probabile, o rifilando merce tagliata troppo e male oppure non spartendo i guadagni con qualche socio. Qualcuno che ha deciso di vendicarsi e lunedì sera alle 19.50 li ha attesi in via Muratori, forse dopo averli seguiti o, più probabile, sapendo esattamente dove e quando trovarli. Incrociati all'imbocco della strada, li ha poi fredddati con sette colpi di pistola, lasciando miracolosamente incolume la figlia di un anno e mezzo. Per svelare il delitto, la squadra mobile ha attivato una serie di attività tecniche, visionato le telecamere in zona, analizzato i tabulati telefonici, setacciato i conti bancari, cercato tracce e impronte digitali, in casa e in auto, da catalogare e attribuire con esattezza. Ma soprattutto ha iniziato a sviluppare la personalità delle vittime, sentendo parenti e amici.
Dopo un primo giro di interrogatori, gli investigatori hanno puntato la loro attenzione su un gruppetto di conoscenti. In particolare quelli che con Massimiliano e Carolina condividevano le vacanze ai Caraibi, i night, i ristoranti e le notti piene di droga. Primo tra tutti un coetaneo di Spelta formalmente ancora intestatario della Bmw 320 in uso alla coppia. Anche lui consumatore abituale di droga, avrebbe risposto alle domande degli investigatori, ma forse non ha detto tutto.

Per questo insieme ad altri tre o quattro amici, viene tenuto particolarmente sotto pressione: proprio da loro potrebbe essere uscita la confidenza del debito con i narcotrafficanti. Un particolare che, confermato o meno, lascia comunque intendere come gli inquirenti siano sempre più vicini alla verità.

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