Cronaca locale

Il pasticcere e l'informatico I giovani talenti della poesia

Il premio Galdus offre formazione ai ragazzi con una passione per liriche Maestro d'eccezione Franco Loi: «Dico loro di esercitarsi nel tempo libero»

C'è Nicholas che, dopo anni di gavetta, ha una sua pasticceria a Milano, ma nel tempo libero non ha mai smesso di scrivere. C'è Francesco che il poeta lo vuole fare davvero. Cloe, invece, il primo premio l'ha preso per una composizione artistica con i cartelli stradali milanesi a formare un «Alphabet city» mentre la IIIB Informatica ha convinto tutti con un video dedicato al «Cibo dell'anima». Loro sono i ragazzi del premio Galdus, il concorso letterario che, da dieci anni, va a caccia di talenti di domani fra studenti di scuole medie e superiore d'Italia.

Poesia, arte e prosa e mestieri. Sì, perché, a promuovere il premio è la scuola professionale Galdus, che, con il campus di via Leoni, dal 1990 offre una formazione nei campi della ristorazione, edilizia, elettronica, contabilità ed oreficeria. Sembra di tornare al Medioevo. E stavolta è un complimento: quando arti e mestieri erano tutte sullo stesso piano, sapere umanistico e tecnico, trivio e quadrivio. Ne è entusiasta Diego Montrone che della Galdus è presidente: «Un panettiere che si cimenta coi versi? Nessun senso di inadeguatezza perché se c'è la curiosità, i ragazzi ti seguono ovunque». Lui, pianista e direttore d'orchestra, è convinto che la sfida e l'impegno generino sempre benessere. «Il nostro obiettivo è insegnare a coltivare una passione e un'abilità perché oggi impresa e mondo del lavoro richiedono capacità di adattamento e versatilità».

Se lo scorso anno il tema era il cibo, quest'anno si parte da un verso di Montale per parlare di viaggio: «Che ne sarà del mio viaggio? Un imprevisto è la sola speranza». In premio ci sono un book trailer, un tirocinio in una casa editrice, lezioni di poesia e buoni acquisto per libri. Le selezioni del premio si concludono il prossimo febbraio, mentre per il verdetto bisognerà attendere la prossima edizione di Book city 2016, ma i numeri dicono già molto: lo scorso anno sono state 40 le scuole per la categoria poesia, 55 per la prosa e 22 per la categoria arte. Fra i premiati 2015 molti istituti milanesi e dell'hinterland e poi Bergamo, Treviglio, ma anche Udine, Rovereto e Bassano del Grappa. La delegazione dei «ragazzi» della Galdus è sempre nutrita anche grazie a un «prof» d'eccezione come il poeta Franco Loi. «Quando entra in classe lui non vola una mosca», ricorda Montrone. Lui si schernisce e ricorda che Poesia viene dal greco «poiein», fare. Semplice no? Una torta, un impianto elettrico e due terzine: l'importante è provare. Esprimersi. «I' mi son un che, quando Amor mi spira, noto». Ecco «annotare», scrivere: «Lo dice Dante in Purgatorio XXIV - spiega Loi - e ai ragazzi dico sempre di esercitarsi nel tempo libero». Lui, che per necessità fece a lungo il contabile ripete: «Odiavo i numeri e scrivevo sempre», fino a farne una professione appunto, prima alla Rinascente poi a Mondadori.

Loi natali genovesi, madre di Colorno, papà di Cagliari, ha poi spesso scelto il dialetto per le sue poesie: «Un mio collega sgridò il figlio che gli rispose in dialetto: “Ti mando a scuola per studiare e parlare italiano”, e così in città, oggi, i ragazzi non lo parlano più, e fra pochi anni parleremo tutti inglese, ma la vera lingua è quella orale, che impariamo da chi ascoltiamo e che coniamo anche con neologismi».

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