Pavia capitale della musica sacra

Concerti dal 19 al 27 maggio, Fontana: "L'arte è uno strumento di condivisione"

Pavia capitale della musica sacra

La Lombardia con le «sue» diverse capitali della cultura, Pavia sempre più vicina al capoluogo Milano, la musica sacra elemento che ritorna in questo momento non facile: la «filosofia» di una rassegna può passare per tanti ragionamenti e conclusioni ma una cosa è certa, il «Festival di musica sacra» - dal 19 al 27 maggio - che ci sarà proprio a Pavia - è qualcosa di innovativo.

Si pensi alla storia della Sagra Musicale Umbra, alla fine degli anni Trenta del Novecento fondata su iniziativa di Guido Carlo Visconti di Modrone, fino a diventare con il festival di Salisburgo uno dei poli mondiali di questo genere. Una storia tutta da raccontare e far ripartire in modo diverso. Se ne è parlato a Palazzo Lombardia ieri: l'iniziativa promossa da Fondazione Banca del Monte di Lombardia riafferma il valore insostituibile del repertorio spirituale portando nelle chiese della città i maggiori interpreti internazionali, da Riccardo Chailly, John Eliot Gardiner e Giovanni Antonini a grandi cantanti, inclusa Cecilia Bartoli come ospite speciale. Completa il programma Martin Haselböck all'organo. Grande impegno del Coro scaligero diretto dal maestro Bruno Casoni. All'appuntamento di presentazione c'erano il presidente lombardo Attilio Fontana, il sovrintendente scaligero Alexander Pereira, l'assessore all'Autonomia e Cultura Stefano Bruno Galli, il presidente della Fbml Aldo Poli e il sindaco pavese Massimo Depaoli. Tutti «attori», a vario titolo e con diversi ruoli, interessati a questa operazione cultural-musicale. Dulcis in fundo durante la conferenza è stata annunciata la nomina del professor Philippe Daverio come rappresentante della Regione nel cda del Teatro alla Scala.

«L'arte e la spiritualità - ricorda Fontana - possono essere strumenti di crescita e condivisione. Per questo Regione Lombardia ha deciso di sostenere il festival, apprezzando la scelta di fare Pavia, scrigno d'arte, di storie e cultura, il palcoscenico di questo evento». Il Piermarini, nell'operazione in prima linea con Pereira, che si è attivato personalmente per fare qualcosa di «nuovo» e «unico». L'idea è partita anche dal direttore Poli, che sottolinea anche come per quest'anno il festival comprende appuntamenti dedicati alla religione cristiana ma nelle prossime edizioni prevederà l'apporto di musiche rappresentative di religiosità diverse. «Confidiamo che in un'epoca, come l'attuale, dove la multi-etnicità si confronta anche in un modo conflittuale - dice Poli - la musica potrà essere motore unificante e condiviso e dare un prezioso contributo all'integrazione all'interculturalità».

Il tutto in una regione che vanta e punta sempre di più sul «pluralismo culturale - ricorda l'assessore lombardo Galli -. Una regione dove la cultura deve essere vista e viene vista come fattore di sviluppo e non solo come un prodotto».

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