Peck si rinnova e si racconta

Peck si rinnova e si racconta

Dimenticatevi Fortune & Mason. Lasciate perdere Fauchon. I principi della gastronomia e della qualità stanno a Milano, sono il frutto di una tradizione secolare e non hanno alcuna intenzione di passare la mano. Questo in sintesi è il messaggio che Luca Monica, amministratore e socio della famiglia Stoppani, titolari di Peck, esprime all'indomani della serata nella quale il locale di via Cantù ha presentato la sua nuova veste di American Bar e Restaurante aperto fino alle 24 (chiusura la domenica).
All'inagurazione c'era tutta Milano. Dal questore Lombardi alla stilista Raffaella Curiel, Cicci Locatelli, Marinella Di Capua, i coniugi Patetta, Beppe Modenese, Natalia Aspesi, l'avvocato Cesare Rimini, il sarto Federico Ceschi, Salvatore Carrubba, Donatella Pellini, Osanna e Giangaleazzo Visconti, la famiglia Missoni, Stefano Parodi, Alberta Albertini Parodi, Laura e Adriano Teso, Enrica Saibene Stabile, Ursula Franzi, Marta Brivio Sforza a Marco Merati Foschini. Erano circa 900 gli invitati, ma è doveroso elencare anche la partecipazione di Giorgio Forattini, Anna Kanakis, Umberto Marzotto, Innocenzo Cipolletto, Pietro Poletti, Raffaele Jarusalmi, il generale di Corpo d'Armata Antonio Girone, Francesco Micheli, Ermanni Olmi e Arturo e Fabrizio Artum, per sottolineare quanto la clientela di Peck sia vasta e abbracci più generazioni.
"La sfida di Peck può apparire in controtendenza - racconta Luca Monica - ma noi crediamo che si debba investire e credere nel lavoro che si fa. Lo possiamo fare perchè questa è un'azienda familiare, appassionata nel suo lavoro, che ha investito nel corso degli anni nella qualità e che continua ancora oggi a credere nel suo nome.Siamo una realtà che crede nella sostanza del prodotto gastronomico e nella tradizione italiana che tutto il mondo ci invidia, ma siamo anche consapevoli che il mondo cambia, che le tradizioni alimentari familiari non possono più essere come erano un tempo, e quindi noi cerchiamo di dare una ristorazione che faccia sentire il cliente come a casa propria, con prodotti tipici, con cibi che gli ricordano la sua storia. Non è un caso, del resto, che uno straniero che sia giapponese o americano cerca da noi quell'eccellenza del made in Italy che per Peck è una tradizione. Il nostro nuovo ristorante avrà, grazie al suo chef Matteo Vigotti, un menù tradizionale che segue il ritmo delle stagioni arricchito da una scelta di vini di cui le cantine di via Spadari sono il nostro fiore all'occhiello".
Con Luca Monica chiacchieriamo nella nuova sala del Peck Italian Bar arricchita da un nuovo design studiato da Angela Ardisson su progetto dello Studio Beretta. Un grande lampadario dai toni dorati e metallici di forma organica fa da centro sulla seconda sala meglio illuminando lo storiche sculture neo-costruttiviste della collezione Stoppani.
L'amministratore indossa un completo di velluto a righe marrone chiaro con cravatta gialla, è stanco ma rilassato e si sente nel suo racconto l'orgoglio di appartenere alla lunga avventura lanciata da Francesco Peck nel 1883, quando aprì nel centro di Milano il primo laboratorio-bottega in Spadari. Dopo che Francesco Peck cedette nel 1918 a Eliseo Magnaghi che ne tenne le redini fino al 1956, anno in cui la famiglia Grazioli proseguì l'attività fino al 1970 quando subentrò la famiglia Stoppani. Nel 2011 a quest'ultima oggi ancora operativa, si affianca Pietro Marzotto con l'acquisizione delle quote di maggioranza. Stiamo parlarndo di 120 anni della storia di Peck che ancora una volta si rinnova. Il negozio Peck di via Spadari è di 3300 metri quadrati (gastronomia, prosciutti, formaggi, carni, oli, frutta, pane, pasta fresca...); sopra la sala da the, aperitivi, prodotti come dolci, confezioni di ogni genere, panettoni, gelati, pasticceria. Sotto una cantina con più di 3000 etichette tra vini e distillati, frequentata anche da il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, Daniela Santanchè, Vittorio Feltri, Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale, Gianni Di Giore, Stenio Solinas, Gerolamo Sirchia, Casimiro Porro, Francesco Micheli, Marco Albini, Luciano Colombo, Tiziana Maiolo, Achille Colombo Clerici, Monsignor Ravasi, il notaio Chiodi... Qui rarissimi grandi formati arredano l'elegante ambiente impreziosito dal banco mescita: uno spazio esclusivo con solo 12 posti a sedere dove, supportati da esperti sommelier è possibile degustare vini al calice. Il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione lo troviamo da entrambi i Peck perchè anche il primo piano di via Spadari sarà destinati a cambiamenti, ma per ora serbiamoci la sorpresa e attendiamo i primi risultati del nuovo ristorante di via Cantù, praticamente all'angolo. Una promessa il socio Luca Monica ce l'ha fatta: rinnovare ogni due mesi il menu alla milanese (euro 50 circa) e quello alla carta, dai funghi siamo già passati ai tartufi e mantenere quello che tutti i milanesi che vivono o lavorano intorno alla Madonnina vogliono vedere quando passano davanti alle finestre di Peck illuminate per Natale (dove si intravvedono le affettatrici rosse che sono sparse un po' qua è là): la tradizionale vetrina di Sant'Ambrogio dedicata alla Prima della Scala, solitamente fatta tutta di cioccolata e sempre in tema con l'opera inaugurale della stagione scaligera.

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