Il pianista-pilota in concerto «Adesso volo, ma con Ravel»

Cominati per anni ha fatto la doppia vita: in servizio sugli aerei e recital nei teatri: «Ogni tanto parto ancora»

Luca Pavanel

Cloche in mano e musica nel cuore. Questa è la storia del «pianista-pilota», che per anni ha fatto recital di musica classica nei teatri ma tra un volo di linea e l'altro. Già, proprio così: due carriere, quella di concertista e quella di «conducente» di bordo, assai distanti, portate avanti contemporaneamente. Poi la scelta di restare a terra, nel nome della musica, che è diventata la sua «rotta» principale. Roberto Cominati, 47 anni, curioso e inesauribile come appare, sogna già un altro mestiere, non tra le nuvole ma tra i suoni, ancora. E la passione per il cielo? In verità non l'ha mai persa. Come musicista?

Ha un curriculum da paura - ha suonato in mezzo mondo - e stasera (dopo le prove aperte delle 10) e sabato si esibirà nel Concerto in sol pianoforte e orchestra di Ravel nell'ambito della stagione del Teatro Dal Verme; in programma anche la Sinfonia n.7 in La, op.92 di Beethoven, direttore Dietrich Paredes, orchestra del Pomeriggi musicali («il secondo tempo del mio concerto lo trovo meraviglioso», commenta). Come aviatore chissà, forse aveva fatto una promessa da marinaio - «non volo più» - e invece...

«Eh sì, ogni tanto parto ancora racconta raggiunto in viaggio al telefono - L'ultima volta è stata in Russia». E in questi casi come si dice, appunto: al cuor non si comanda (pure per non far cadere il suo status e tenersi in allenamento in cabina), anche se da anni l'arte del pianismo ha prevalso nettamente e lui non deve fare più la vita che faceva prima, quando cloche e tastiera convivevano. E la memoria prende quota.

«Già, me lo ricordo ancora, una faticaccia dice divertito c'era sempre il problema di doversi esercitare, anche se non mi sono mai allenato quotidianamente». Immaginate: un pianista che fa il pilota e viceversa. Sempre un orario da rispettare per non perdere l'aereo, sempre una tastiera da trovare per non perdere l'abilità. «Mi organizzavo in anticipo - spiega dopo l'atterraggio andavo in luoghi dove avevo prenotato il pianoforte». I luoghi potevano essere un negozio di strumenti, un studio per le prove musicali, oppure un teatro. Al piano se ne stava due o tre ore a ripassare il brano e la sera magari faceva il concerto. Il giorno dopo il cambio di abito, dal frac alla divisa, poi il decollo con l'airbus di turno.

Parti oggi, suona domani, il Maestro Cominati via via ha accumulato moltissime ore di volo. Così come una marea di tempo a suon di recital. Basta scorgere il suo profilo e si scopre che si è esibito ai quattro angoli del pianeta, è arrivato persino in Nuova Zelanda («un po' meno negli Stati Uniti ma ora recupero», annuncia). All'indomani del suo «live» al festival di Salisburgo, così scriveva la «Salzburger Nachrichten»: «...affascinante la mistura di calore e di fine tecnica nel Tombeau de Couperin di Ravel, memorabile la sua passionale freddezza nell'ondeggiante e poco profonda trascrizione della valse...».

Pilota, pianista, poteva fare l'attore: venne scelto per interpretare Giuseppe

Verdi bambino nello sceneggiato televisivo di Renato Castellani. La sua prossima vita? «Mi piacerebbe scrivere musica per film - conclude - ho già fatto delle cose. Se mi commissionano un lavoro mi metto subito all'opera».

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