Piatti da chef o schiscette etniche ecco la guida per gustarsi Expo

Tra piatti da chef e "schiscette" etniche: ecco la guida per gustarsi Expo

Piatti da chef o schiscette etniche ecco la guida per gustarsi Expo

Entri ad Expo la sera con 5 euro e inizi il giro del mondo, spizzicando qua e là per sperimentare le specialità etniche, d'Oltralpe o nostrane. Ecco l'ultima moda milanese, immortalata da selfie e da foto su Facebook per mostrare agli amici le stranezze della cena lungo il Decimano. Carne di coccodrillo a parte, è possibile assaggiare piatti tipici di tutto il mondo, in versione take away, in tavole calde con piatti di carta o in veri e propri ristoranti in cima alle terrazze dei padiglioni. Ecco qualche consiglio per viaggiare con il palato. Per provare le spezie più lontane, le salsine più sconosciute e per trovare il meglio delle cucine occidentali, con menù firmati anche da chef stellati.

1. DAVIDE OLDANI

Il risotto col panettone batte anche il caldo

D'accordo il giro del mondo, ma Milano è Milano. E il piacere di un bel risotto alla meneghina batte tutti. Soprattutto quando è firmato Davide Oldani e costa appena 10 euro. Sulla destra del Padiglione Zero, lo chef milanese ha allestito un baracchino-ristorante dove il risotto viene preparato al momento. Crema allo zafferano, uvette e panettone sbriciolato sopra al piatto: una prelibatezza che ha conquistato i palati anche sotto il sole.

2. REGNO UNITO

Tè delle 5 «take away» e menu senza glutine

Il Regno Unito propone i menù di Mosimann's, firma della gastronomia londinese. Ed è uno dei pochi padiglioni che ha pensato a specialità gluten free per i celiaci. Si punta sul classico: uova strapazzate e bacon per colazione. E poi tortino di salmone, petto di pollo al miele, tortino ai formaggi con verdure grigliate. Il tè delle 5, mitico rituale britannico, è proposto anche in versione take away con tanto di biscottini al cioccolato (18 euro per due).

3. MESSICO

Tacos e ostriche in salsa seduti al «Besame mucho»

Forse non tutti sanno che il cibo messicano è patrimonio dell'Unesco per la varietà dei sapori. Provare per credere. Sulla terrazza del padiglione ha aperto il ristorante Besame mucho (piatti dai 9 ai 18 euro). Sotto una tettoia che si ispira alle foglie di pannocchia si possono assaggiare ostriche in salsa verde, branzino all'ananas, lingua di manzo. Per uno spuntino veloce ci sono i tacos, da guarnire self service e da accompagnare a una cerveza.

4. CILE

Costine sui tegamini e scontrino da 5 a 19 euro

Si ordina al banco, stile fast food, ma il ristorante è tutt'altro che «mordi e fuggi». Fra tavoli in legno e candele, si cena in un'atmosfera romantica. Un piatto singolo (servito in piccoli tegamini) va dai 5 ai 19 euro: la specialità più impegnativa del menu sono le costine di maiale con purea piccantina. In alternativa, tramezzino con pollo e avocado, la zucca tagliata sottilissima con formaggio fuso, il tortino salato di mais, il dolce di latte alla brace.

5. OMAN

Kebab di anatra da asporto o servito nella sala arabescata

Cestino di pane con spezzatino di pollo in salsa masala a 6 euro, panino di kebab di anatra a 7 euro. Il padiglione dell'Oman punta sul menù low cost e offre anche la versione d'asporto. Il califfato, confinato in fondo al Decumano, vicino all'ingresso meno frequentato di Expo, rilancia puntando sulla suggestione di una bella sala arabescata e sulla curiosità per le ricette locali: pollo qabboli, riso bianco e giallo, orseeyah (carne con riso), le costine di agnello grigliate, i broccoli saltati alle mandorle. Paradossalmente l'Oman serve anche pasta al sugo ma rivista e corretta come califfo vuole.

6. GIAPPONE

Il conto rischia di salire ma non è il classico sushi

Scordatevi il classico sushi. Il ristorante giapponese di Expo propone un viaggio di sapori a base di ayu, pesce dalla carne molto dolce, verdure di Kyoto (come i funghi Matsutake), il kaiseki, pasto tradizionale a base di tante piccole portate. I menu varieranno in base alla stagionalità dei prodotti. E, d'accordo, è un po' caro, ma esiste anche la versione più alla portata di tutti e non per forza si arrivano a spendere 120 euro a portata.

7. ISRAELE

Si può fare pic-nic sul prato a base di hummus e falafel

Le specialità servite sono quelle tipiche israeliane: dall'hummus al falafel, dalla shashuka (un pasticcio di uovo e melanzane) al taboulé. Ma il vero successo del ristorantino è la formula pic nic. È possibile infatti noleggiare cesti di vimini e tovagliette a quadroni e pranzare seduti sul prato per una pausa pranzo assolutamente rilassante. E poi c'è il gelato. Ottimo quello a base di nocciole, pistacchi e yogurt. I piatti costano in media meno di 10 euro.

8. FRANCIA

Specialità dell'alta cuisine senza spendere un occhio

Al primo piano si trova il Café des Chefs, in cui per tutta la durate dell'Esposizione si alterneranno i grandi nomi della cucina internazionale premiati dall'associazione Bocuse d'Or, tra le più prestigiose. L'idea è quella di proporre piatti dell'alta gastronomia francese a prezzi accessibili. Il menu découverte, che comprende tre portate e un dolce, costa 37 euro, ma è possibile anche ordinare à la carte. Ottime le baguette per il pranzo in piedi.

9. URUGUAY

Protagonista l'entrecôte alla larga i vegetariani

É un po' caro, questo si. Ma la carne e il vino sono di altissima qualità. Un menù si aggira attorno ai 50 euro, più o meno a seconda del taglio di carne scelto. I vegetariani non perdano tempo a cercare piatti alternativi. I protagonisti della tavola sono entrecôte al medallon de lomo (filetto) o la bistecca di fiocco alla rib-eye (costata). Il vino non va sotto i 12 gradi e si cena su tavoli apparecchiati e con piatti in ceramica, cosa rara lungo il Decumano.

10. ANGOLA

Tra gamberi e ossobuco spuntano pure i maccheroni

Carne e pesce si intrecciano nel menù targato Angola. In cima alla terrazza del padiglione si possono degustare piatti a base di avocado e gamberi o ossobuco di vitello.

Si può scegliere tra stinco al forno e maccheroni con baccalà, pinoli, pesto e anacardi. Insomma, ci sono specialità con influenze di varie culture gastronomiche, compresa la nostra. Vale la pena assaggiare, anche perché la spesa non è eccessiva: un piatto costa sui 12 euro.

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