La Pietà al Castello e l'ira di Sgarbi: «Un atto vandalico»

Il critico contro il nuovo allestimento nelle sale dell'Ospedale spagnolo: «Mi candido a sindaco per salvarla»

«Un atto vandalico contro Michelangelo, contro i cittadini e soprattutto contro la legge». Così Vittorio Sgarbi, nominato dal governatore Roberto Maroni ambasciatore per le Belle arti delle Regione, demolisce la nuova collocazione della Pietà Rondanini, voluta dalla giunta Pisapia all'Ospedale spagnolo del Castello Sforzesco. Allestimento dell'architetto Michele De Lucchi e del soprintendente del Castello Claudio Salsi di cui si è discusso ieri al Padiglione architettura Expo nel grattacielo Pirelli. Dibattito condotto da Davide Borsa con Sgarbi, Alberico Barbiano di Belgioioso, Philippe Daverio, Emilio Battisti, Amedeo Bellini, Carlo Bertelli, Maria Teresa Fiorio, Augusto Rossari e Silvano Tintori.

Poche e piuttosto timide le voci favorevoli al pensionamento della storica collocazione nella Sala degli Scarlioni ideato negli anni Cinquanta dallo Studio BBPR, acronimo per Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers entrato ormai nella storia delle museografia. L'unica concessione di Sgarbi è che sia «uno spostamento temporaneo per l'Expo». Ma «se entro il 2 novembre non decidono di rimettere la Pietà dov'era, mi candido sindaco e la rimetto io al suo posto con le mie mani. Farò la lista Michelangelo». Per Daverio «Milano ha la straordinaria capacità di cancellare la memoria». E così succede anche con lo spostamento «in quel nuovo garage». Lo stesso destino toccato al Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo acquistato dal Comune nel 1920 e finito in un magazzino durante il Fascismo. Tornò in esposizione nel 1954 quando il sindaco Virgilio Ferrari lo collocò nell'aula di Palazzo Marino, «ma ora è finito in quel Guggenheim di serie B che è il museo del Novecento». La Pietà? «Ora sta in una sala con un pavimento da ristorante trentino - dice Daverio -, rovinando anche il basamento romano su cui poggiava per sostituirlo con un barilotto. Perché allora non farla ruotare con quelle lucine nuove da negozio di alimentari e magari far suonare un carillon per i turisti che mangiano l'hamburger?». Per Alberico Belgiojoso il fatto che nell'allestimento del padre l'accesso sia consentito a una ventina di visitatori non è certo un problema. «Non servono più persone», in fondo «non è un male evitare l'effetto Gioconda». E anche l'ingresso per i disabili è problema facilmente risolvibile. Difende la possibilità di «guardarla da tutte le parti» Bertelli. «Le discussioni oggi hanno una natura politica perché coinvolgono la gestione del Comune, ma questo è un modo per vedere che la Pietà non è un'opera non finita, ma è un'opera abbandonata».

Il lavoro dello studio BBPR «ha più di cinquant'anni, non si può toccare», ricorda Sgarbi. «Sono ignoranti. Pisapia e l'assessore Filippo Del Corno sono brave persone, ma devono tornare a scuola e studiare un po' di museografia».

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