Daniela Uva
Lo sport entra all'università. Non come materia di studio, ma come espressione di cultura. Come somma di esperienze, valori e aneddoti in grado di segnare 50 anni di storia. Non poteva che essere la vita del grandissimo Muhammad Ali a essere raccontata nell'aula magna della facoltà di Ingegneria del Politecnico.
Centinaia di studenti hanno ascoltato fra applausi e commozione le gesta del pugile afroamericano, dagli esordi fino alla passerella durante le Olimpiadi di Atlanta. L'occasione è stata la presentazione della nuova produzione di Sky Sport Hd Federico Buffa racconta Muhammad Ali. Tre puntate la prima in onda sabato alle 23,45 che ripercorrono le gesta del campione.
«Lo sport è una delle tematiche più rilevanti del Politecnico spiega il pro rettore, Donatella Sciuto -. Siamo felici di poter raccontare, in questa sede, la storia di una leggenda che ha insegnato a tanti una lezione importante: sul ring, così come nella vita, si può anche cadere. L'importante è rialzarsi perché prima o poi il successo arriva». Non è quindi casuale la scelta di presentare un programma televisivo che parla di sport in un'aula universitaria. Perché Muhammed Ali è stato molto più che un campione di sport. «È stato un personaggio che trascende il pugilato conferma Buffa -, perché ha accompagnato la vita di milioni di persone, in qualunque parte del mondo. Persone che lo hanno visto vincere e poi cadere. E lo hanno virtualmente sostenuto quando, con la mano tremante, ha acceso la torcia olimpica di Atlanta '96. Questa immagine è nella memoria di tutti. Perché lui è stato uno dei pochi ad aver avuto il coraggio di mostrarsi al culmine della malattia». Proprio per questo, ancora oggi, incarna la figura dell'eroe.
«Per la cultura afroamericana, e non solo, Muhammad Ali è considerato al pari di Nelson Mandela e Martin Luther King prosegue Buffa - Sono stati questi tre personaggi a ispirare intere generazioni, come ha avuto modo di sottolineare anche il presidente Usa Barack Obama. In particolare è stato molto forte il legame con l'ex presidente sudafricano. Quando Mandela, nel '90, visitò gli Stati Uniti ci fu un momento molto toccante. Ormai era anziano e stanco, e fu molto provato in particolare dal tour a Los Angeles. Un giorno, per strada, improvvisamente si addormentò sulla spalla del suo assistente. E si svegliò di soprassalto solo per correre a salutare Ali. Lo abbracciò e gli disse: Sei stato tu a ispirarmi. Ancora oggi quella di Muhammed Ali è l'unica stella del Walk of fame affissa sul muro e non sul marciapiede. Perché lì nessuno può calpestarla».
Uno fra i tantissimi aneddoti che hanno reso
unica la vita di un campione che ancora oggi appassiona intere generazioni. Non solo chi ha avuto la fortuna di ammirarlo sul ring, ma anche i giovani che si riconoscono nelle sue gesta e nei valori che ha rappresentato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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