Prosseda suona Gounod col pianoforte a "pedali"

Il virtuoso usa il gemello del piano, inventato nell'Ottocento. Musiche anche di Saint Saëns

Prosseda suona Gounod col pianoforte a "pedali"

Considerare Roberto Prosseda «solo» un ottimo pianista - sebbene basterebbe - non sarebbe corretto. Sempre animato da uno spirito indagatore, ciclicamente fa parlare di sé per le originali proposte.

Dopo i concerti col suo robot musicista, al secolo Teotronico - progetto che continua a portare in giro per il mondo - rieccolo con un recital che si tiene stasera all'Auditorium Verdi di Milano a partire dalle ore 20 (replica domenica dalle 16), con musiche di Camille Saint-Saëns («Macabre op. 40» e «Sinfonia n. 3 in Do minore op. 78») e Charles Gounod (Concerto per piano-pédalier e orchestra - per il 200° anniversario della nascita). Dirige l'orchestra di casa Patrick Fournillier.

Alla particolarità di questi autori, in generale meno frequentati - soprattutto il compositore francese del diciannovesimo secolo - si aggiunge la particolarità di uno degli strumenti che verranno usati: il piano-pédalier appunto, singolare e curioso gemello del pianoforte costruito nel corso dell'Ottocento. L'idea di questo recital al Maestro Prosseda è venuta mentre cercava delle partiture dimenticate negli archivi, riferisce. Individuate le musiche, c'era da risolvere il problema dello strumento adatto, in questo caso il pianoforte in questione dotato di una pedaliera come un organo che, detto molto in soldoni, produce un suono decisamente più sinfonico rispetto al fratello coi tasti bianchi e neri. Curiosa coincidenza: il virtuoso racconta di avere trovato un «esemplare» in un piccolissimo negozio in Valsugana, tra il Veneto e il Trentino, un costruttore di harmonium. Risolta la faccenda, il resto è l'«iter» per arrivare alle esecuzioni del concerto di Gounod, nome più che altro conosciuto per la sua «Ave Maria» e per le opere liriche. Questo autore a ben vedere è uno di quelli da (ri)scoprire. E non caso Prosseda - sempre alla ricerca di zone «inesplorate» oppure da inventare - ci si è dedicato con un'incisione targata dalla Decca: «Charles Gounod-Piano Works». «Con una tecnica pianistica amatoriale - viene spiegato nelle note del disco - l'autore eccelleva nell'accompagnarsi alla tastiera mentre cantava le proprie mélodie. Sebbene non abbia composto che una quarantina di pagine per pianoforte, nell'antologia è possibile apprezzarne il fascino e la diversità». Della serie «provato per voi» il primo brano, «La veneziana», di straordinaria delicata bellezza, fa correre alla mente i modi e lo stile di Mendelssohn. Quindi la proposta dalla Verdi è una bella occasione per incontrare il compositore parigino, oltre al grande e più noto Saint-Saëns.

Prosseda ha sempre

qualcosa che bolle in pentola: sta mettendo anche a punto una serie di lezioni-concerto di nuova concezione. Il primo sarà un'«intervista» via Skype a Rachmaninov. Questa è un'altra storia, anche qui ne sentiremo della belle.

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