«Caro presidente, gentile ministro, egregio responsabile spending review». Comincia così la lettera che l'assessore provinciale all'Istruzione Marina Lazzati ha inviato ieri al premier Matteo Renzi, al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e al Responsabile del risparmio Carlo Cottarelli. Oggetto: rendere obbligatori i cinque giorni a scuola. Tagliare il sabato, per dirla in due parole «per tutte le scuole di ogni ordine e grado al fine di significativi risparmi energetici, sui trasporti e sulla pulizia», ma anche, come sottolinea l'assessore Lazzati, «per ottimizzare la qualità dell'insegnamento e l'utilizzo delle risorse». Se Matteo Renzi, oggi, della scuola ne ha fatto un suo cavallo di battaglia, l'assessore non ha messo tempo in mezzo e ha formalizzato la richiesta: «5 giorni a scuola per risparmiare». Basti pensare che solo di riscaldamento la spesa è di 34 milioni di euro l'anno nel Milanese. La Provincia aveva quantificato un risparmio del 5-6%, pari a circa due milioni di euro suddivisi a metà tra le scuole di Milano città e il resto della provincia. Tant'è vero che lo scorso anno da Palazzo Isimbardi - ma con l'appoggio anche dell'Ufficio scolastico - era stata lanciata la proposta alle 105 autonomie scolastiche del Milanese (tra licei, istituti tecnici e professionali): chi vuole può stare il sabato a casa. Risultato: il 50 per cento delle scuole aveva detto sì. In città delle 57 risposte, 22 si erano espresse favorevolmente mentre 6 istituti avevano comunicato una sorta di regime misto. L'assessore aveva promesso: «Porterò avanti questa iniziativa». Detto fatto. «Attualmente - scrive Lazzati al premier - in Lombardia e nel resto del paese si registrano scansioni orarie a macchia di leopardo con parecchie scuole (nel milanese tutte le elementari e medie inferiori) che lavorano 5 giorni e altre scuole che adottano per alcune classi orari su 5 giorni e altre su 6». Spiega che i continui tagli di bilancio alle Province «stanno mettendo in seria difficoltà l'erogazione dei servizi essenziali per il buon funzionamento delle scuole». Specie per riscaldamento e trasporto «per cui sono previste per il prossimo anno scolastico ulteriori forti diminuzioni di spesa». I vantaggi dei 5 giorni? «Sfruttamento ottimale delle risorse anche per il personale non docente che sarebbe impiegato per almeno 7 ore al giorno consentendo un'adeguata pulizia dei locali e facendo venir meno l'annosa questione dell'affidamento alle imprese di pulizia». Ma anche «migliore organizzazione dei tempi riposo e delle attività sportive dei giovani, oltre a una migliore gestione della vita familiare.
Da ultimo non sarebbe male utilizzare i risparmi ottenuti per qualificare maggiormente l'istruzione del nostro paese». Certo, fa notare «dovrebbe essere una scelta fatta dall'alto per tutto il paese per quantificare i risparmi su larga scala», e non lasciata alle autonomie scolastiche «che risulta meno incisiva».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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