Quanti «perché» nella scienza: ora risponde Fossati

Luca Pavanel

«Come fanno le mosche a camminare sul soffitto senza cadere?», «perché vediamo i miraggi?», «perché i capelli diventano bianchi?», e ancora: «Perché sul ghiaccio si scivola?». Quante domande a cui dare una riposta, nella scienza sono un'infinità e continuano ad aumentare. A tante, tantissime ci sono risposte ovviamente, e c'è chi si è preso la briga di selezionare un certo numero, ma non per puro diletto. Dietro a queste scelta c'è un (altro) «perché». «Mi ha stuzzicato l'idea di far divertire il lettore raccontando pillole di scienza con un linguaggio semplice e diretto - spiega il giornalista milanese Maurizio Fossati (all'università Ingegneria nucleare), autore del libro «Perché. Oltre 100 Quiz per svelare le curiosità della scienza» (132 pp. Morellini Editore) - Ho voluto creare una sorta di gioco a quiz che il lettore può fare da solo, con gli amici o in famiglia, magari con i figli». Ovunque si posi lo sguardo, ci sono cose, animali, persone e situazioni consuete, alle quali siamo abituati, e che quindi ci lasciano pressoché indifferenti. I fatti quotidiani del «teatro della vita» sono diventati così normali che il più delle volte non ce ne chiediamo la ragione. Poi arriva un bambino di pochi anni, fissa i suoi genitori e chiede: «Perché i nonni hanno i capelli bianchi?». Sottrarsi non si può.

«La curiosità è una molla naturale per la mente del bambino che si affaccia al mondo.

Il bimbo di 2-3 anni bombarda i genitori con raffiche di perché... - conclude Fossati - Poi, crescendo, gli interessi cambiano, ma i perché a cui dare risposta si susseguono. Del resto, come cantava Renzo Arbore nel 1987 nella sigla di Indietro Tutta: Sì, la vita è tutto un quiz».

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