QUARTIERI IN RIVOLTA

QUARTIERI IN RIVOLTA

Le contestazioni per l'isola pedonale al Castello, la protesta per la pista ciclabile in viale Tunisia, le mille firme contro la «ghettizzazione» di Bruzzano. E i malumori in zona Navigli. Mezza città è arrabbiata con Palazzo Marino e fa di tutto per farglielo sapere. A occhio e croce, la popolarità della giunta nei quartieri di Milano non dev'essere alle stelle.
Non sono giorni facili, per esempio, per Pierfrancesco Maran. Il titolare della delega al Traffico nel giro di poche ore si è beccato i fischi di un centinaio di persone contrarie all'idea di chiudere l'area dello Sforzesco. Poi ha dovuto ricevere, dalle mani dei dirigenti di Forza Italia, una petizione dei cittadini di Bruzzano (zona 9). Sono piovute mille firme in pochi giorni, da un quartiere in allarme per l'operazione di via Oroboni. «Il passaggio a livello - spiega il consigliere di zona Gabriele Legramandi - è stato chiuso senza opere alternative per il superamento della ferrovia». L'interruzione della viabilità ha spaccato in due un quartiere che invece ha un'identità anche urbanistica molto omogenea e - dice ancora Legramandi - «non può subire la ghettizzazione delle circa 5mila persone a ovest della ferrovia». La raccolta firme indirizzata al Comune si chiede un sottopasso e un cavalcavia.
Altro fronte aperto in viale Tunisia. La giunta ha approvato un progetto di pista ciclabile. L'opposizione sottolinea che l'ha fatto senza neanche chiedere un parere alla Zona o agli esercenti: «Chiediamo un incontro da tre mesi agli assessori. Il Comune ha sentito solo sigle che non rappresentano nessuno qui mentre noi rappresentiamo centinaia di cittadini e commercianti », dice Luca Longo dell'Associazione antimafia Asscomm Porta Venezia. Ma non è (solo) di metodo il problema. Molti commercianti e cittadini sono contrari, anche perché la ciclabile restringe carreggiata a disposizione dei veicoli, che finirebbero per invadere la corsia preferenziale (ma non protetta) dei tram, rallentando anche la circolazione. «Noi siamo favorevoli in generale alle ciclabili ma vanno fatte dove serve. Il risultato in questo caso sarebbe una nuova via Porpora, trafficata e inquinata. Aumenteranno ingorghi e traffico - spiega ancora Longo - Inoltre questo lavoro ci sembra troppo oneroso, anche perché non riguarda gli impianti, elettrici e fognari, e il cantiere sarebbe comunque troppo lungo, 8 mesi dichiarati».
L'opposizione parla di una spesa di circa un milione di euro.

«Mi sono fatto portavoce di questa protesta - dice Vincenzo Viola (consigliere di Fratelli d'Italia) - anche perché è assurdo che un'Amministrazione eletta sulla base della promessa di partecipazione poi proceda in questo modo, senza sentire nessuno. E poi il Comune spenderà 450 euro al metro quadro per una pista che è del tutto inutile, visto che è un doppione, e che temo sarà anche dannosa per negozi e residenti. Quel che si teme in zona, insomma, è il caos».

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