Reddito contro la povertà, il "sorpasso" degli italiani

Caduti i requisiti familiari schizzano gli over 50 Le zone più critiche sono San Siro e Lorenteggio

Reddito contro la povertà, il "sorpasso" degli italiani

«Prima gli italiani» hanno chiesto per anni i partiti del centrodestra vedendo una sproporzione tra bonus bebè, alloggi popolari e sostegni al reddito assegnati alle famiglie immigrate con tanti figli e i residenti in difficoltà. Ora sul Rei, il reddito di inclusione nazionale in vigore dal primo dicembre 2017 - la misura che sarà rimpiazzata dal reddito di cittadinanza targato M5S - per la prima volta c'è stato il sorpasso degli italiani sugli stranieri. Effetto del cambio nei requisiti d'accesso. Dallo scorso primo luglio (com'era previsto dall'inizio) il Rei è diventato universale, sono venuti meno i requisiti familiari necessari per presentare domanda (presenza di un minore o di una donna in stato di gravidanza accertata, di un disabile o di una persona over 55 disoccupata da almeno 3 mesi), è rimasto solo l'obbligo di presentare un Isee inferiore ai 6mila euro. I dati aggiornati a novembre mostrano che su un totale di 4.757 beneficiari (le domande erano 20.372, cinque volte tanto) gli italiani sono 2.649 (il 55,7%) e gli stranieri 2.108 (il 44,3%). Ad aprile, quando erano ancora in vigore le vecchie regole, su 3.842 beneficiari (16.494 le domande registrate) il 66,26% erano stranieri e il 48,2% italiani. E a incidere di più sull'aumento, dopo l'abolizione del requisito dei tre mesi almeno di disoccupazione, è la fascia dei 50-64enni: 1.498 italiani e - circa la metà - 682 stranieri che incassano oltre il 50% degli assegni Rei (da 187,5 a 485,4 euro al mese). La distribuzione del sostegno economico disegna anche una mappa della povertà a Milano. La zone 7 (Baggio-San Siro) con 726 beneficiari, la 6 (Barona-Lorenteggio) con 664 e la 4 (Porta Vittoria-Forlanini-Rogoredo) con 657 sono quelle con più ammessi al Rei, seguono la 8, la 9 e la 5 mentre la 1 (con 165 beneficiari) e la 2 (con 273) sono in fondo alla classifica. Gli italiani sono la maggioranza in tutte le zone (nella 1 con l 76% e nella 8 con il 63%) tranne nella 2 (che comprende anche l'area della Centrale e via Padova) dove gli stranieri ammessi sono il 64%. Nelle zone 2, 3 e 8 le donne superano gli uomini, nelle altre c'è un tendenziale equilibrio tranne la 1 dove gli uomini schizzano al 70%. Esaminando infine la distribuzione del per fascia d'età tra i Municipi si può vedere che dalla zona 3 alla 9 quella tra i 50-65 anni si aggira intorno al 50% seguita dalla fascia 40-49 (circa il 20-25% del totale) e la fascia 30-39 anni intorno al 15%. Si discostano la zona 1 dove la fascia 50-65 sale addirittura al 68%, la zona 2 dove - come detto - gli stranieri ammessi sono ancora la maggioranza. Qui la fascia 50-65 scende al 37%, quella 30-39 è al 26% e quella 40-49 anni al 24%.

L'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino sottolinea che «migliaia di cittadini stanno usufruendo del Rei e grazie a un massiccio lavoro informativo abbiamo avvicinato ai servizi sociali cittadini che mai avevano chiesto una mano. A loro verranno proposti anche progetti personalizzati come corsi di formazione.

Si tratta di una strada appena avviata. Speriamo che nessuno la voglia fermare. E che il reddito di cittadinanza non ottenga il risultato paradossale di fermare tutto. E se non cambiano i parametri, rischia di restare in gran parte al sud».

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