Regole da terremoto: il piano emergenza è sui banchi di scuola

Regole da terremoto: il piano emergenza è sui banchi di scuola

La terra è tornata tremare a Milano. Nessuna scuola però risulta a rischio chiusura. Il Comune ha infatti avviato un monitoraggio sulle 582 scuole citttadine dai nidi alle medie e non ha riscontrato alcun problema per la sicurezza. I sopralluoghi dei tecnici continueranno anche nei prossimi giorni, come richiesto dai dirigenti scolastici. Il terremoto si è verificato infatti a distanza solo di quattro mesi dall’ultima scossa che colse i ragazzi sui banchi. Molte scuole si erano trovate spiazzate. Ci sono state classi evacuate immediatamente, altre che non si sono mosse. Ci sono state maestre che hanno fatto mettere tutti sotto i banchi e altre che sono scese di corsa giù dalle scale senza sapere cosa fare. L’emergenza, d’altronde, non è materia di tutti i giorni. Ma l’occasione non è andata persa e l’ufficio scolastico regionale ha messo a punto le «Norme di comportamento durante un terremoto». La circolare è stata pubblicata con data 31 gennaio. «Fatto un esame della situazione - ha spiegato il direttore dell’Ufficio scolastico Giuseppe Petralìa - abbiamo ritenuto fosse necessario dettare delle norme valide per tutti». Si tratta di poche e semplici regole su quello che si deve fare e quello che è meglio non fare durante la scossa e subito dopo. I consigli sono stati elaborati con i responsabili della sicurezza ma anche con la Protezione civile, i vigili del fuoco e i funzionari della Prefettura. «Durante una scossa di terremoto non c’è molto tempo per riflettere - si legge nella nota del provveditorato - È molto importante mantenere la calma e sapere subito cosa fare ovunque ci si trovi». Viene raccomandato di «non fuggire all’esterno per non correre il rischio di essere colpiti dagli oggetti oppure di cadere per lo scuotimento». Cercare invece riparo sotto un tavolo o sotto una struttura portante, come un muro o un pilastro. Non precipitarsi fuori a meno che non ci si trovi al piano terra. Non prendere l’ascensore perché potrebbe bloccarsi. Le scale sono il punto più sicuro dell’edificio «ma sussiste un pericolo reale: si potrebbe perdere l’equilibrio e nella corsa calpestare qualcuno». Tenersi lontano la pareti in vetro-cemento e corrimano. Passata la scossa e valutata l’entità o si torna alla postazione di lavoro oppure ci si reca al Punto di ritrovo stabilito dal piano di emergenza della scuola. In strada non si deve correre perché si rischia di essere colpiti da oggetti ma bisogna fare attenzione alle linee elettriche sospese. Consigliano di «fermarsi in uno spazio aperto lontano dai cornicioni, vetrate, insegne e quant’altro e comunque appena possibile recarsi al punto di ritrovo». All’interno dell’edificio invece non si devono accendere fiammiferi o interruttori. Il telefono va usato solo in caso di bisogno «perché - viene spiegato - le linee devono essere libere per consentire le chiamate di emergenza. Uscire e appena possibile recarsi al Punto di ritrovo. Cercare spazi sicuri in aree senza edifici né costruzioni come una piazza, un terreno o una strada ampia. «Anche se conviene sempre considerare l’altezza degli edifici e valutarne la distanza». L’elaborazione delle norme è stata anche l’occasione per non fermarsi a considerare solo il terremoto ma a stabilire la necessità di creare un tavolo permanente sulle emergenze. Dal terremoto alla neve, alle esondazioni dei fiumi. Tutti fatti avvenuti in passato e ogni volta affrontati in emergenza.

«Mi sono convinto che un tavolo permanente al quale fare sedere Comune, Provincia, Prefettura e Protezione civile sarebbe utile», ha detto Petralia. Per cominciare l’ufficio scolastico ha raccolto i numeri di cellulare di tutti 300 dirigenti scolastici della provincia perché possano essere contattati immediatamente tramite Sms in caso di urgenza.

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