La rinascita del Conservatorio dopo le bombe della guerra

Spuntano centinaia di foto che raccontano il «Verdi» anni '40. Il direttore: «Un pezzo della nostra storia»

La rinascita del Conservatorio dopo le bombe della guerra

Che storia quella del Conservatorio di Milano degli anni subito dopo la fine del conflitto. Scavi e restauri immortalati, strutture semi-crollate, orchestre in bianco e nero che sembrano uscite da vecchi sussidiari, i giovanissimi allievi sorridenti dopo un periodo di distruzione e disperazione. Benvenuti al «Verdi» del Dopoguerra, un piccolo grande mondo di immagini come in un film che è rispuntato grazie a una serie di foto esposte nel chiostro dell'accademia, per ora in bella vista 36 su le oltre 600 ripescate dall'oblio.

«Si tratta perlopiù di foto giacenti nei fondi della biblioteca restaurata recentemente - spiega il direttore del Conservatorio Cristina Frosini - Alcuni materiali, già conservati e catalogati, sono tornati all'attenzione e sono diventati in un tempo breve oggetto di studio e rivalutazione». La storia che raccontano queste foto arriva fino agli anni Settanta. Non tutti volti però hanno un nome, anzi: qualcuno sì ma sono ancora pochi, pochissimi. «Il lavoro di esposizione - continua il direttore-pianista - comporterà anche il riconoscimento dei visi ritratti in alcuni scatti». Al momento nel chiostro si possono riconoscere tra gli altri il compositore Franco Donatoni, il violinista Michelangelo Abbado e il cantante Vittorio Parisi. Non sarà facile ricostruire le identità. E molto ancora c'è da fare per reperire altri materiali che probabilmente esistono. «Alcuni colleghi - dice Frosini - hanno fondi personali legati alle vite delle proprie famiglie, in quanto figli di docenti del passato o studenti di ex professori. Ora il nostro compito sarà di cercare queste fotografie e di riportare in Conservatorio almeno le scansioni, così da organizzare esposizioni ulteriori». In prima linea per questo lavoro il professor Joanne Maria Pini: incaricato di realizzare la raccolta e la scansione degli scatti già «ritrovati», sta continuando le ricerche per allargare questo patrimonio di immagini. «L'attuale allestimento - aggiungono - è il primo passo verso la realizzazione di una vera e propria mostra, intendendo il termine in senso più stretto e tradizionale. Nel chiostro continueremo a esporre e a far ruotare le immagini trovate e catalogate». Mentre negli spazi interni al Conservatorio verrà esposta in maniera permanente un'altra serie di scatti, ancora più ampia e dettagliata. Una nuova esposizione, fissa, esattamente come quella nel Foyer del primo piano di Sala Verdi dedicata a Giuseppe Verdi o a quella nella Sala delle Colonne, all'entrata della Biblioteca, dedicata ad Arturo Toscanini.

Domanda: ma come e quando visitare queste esposizioni visto che nell'accademia - all'ingresso sorvegliatissima - si entra solo con un badge che posseggono e usano i docenti e gli iscritti, ovvero gli studenti? Risposta: le foto sono visibili al pubblico quando la scuola è aperta per eventi e concerti, quasi tutte le sere della settimana.

«Ma anche su richiesta - concludono in direzione - su richiesta in orari in cui la scuola è chiusa agli esterni per le attività didattiche. Sono anni che l'accademia viene visitata, con accompagnatori, da gruppi organizzati come le scolaresche e i gruppi turistici».

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