La rivoluzione di Jimi Hendrix diventa show tra arte e musica

Luca Pavanel

Jimi Hendrix, il più grande chitarrista di tutti i tempi. Così a suo tempo sentenziò una classifica stilata dalla rivista Rolling Stones; Jimi in testa a un elenco di cento fuoriclasse, prima ancora di Eric Clapton e Jimmy Page. Quindi no, non sorprende se ancora oggi, a 47 anni dalla scomparsa, spuntano altri eventi a lui dedicati. Del resto i big del suo calibro - il genio di Seattle è considerato precursore di molte strutture e sound di generi diversi, in primis il rock - restano fari della cultura non accademica del secolo Novecento, fari da non dimenticare. Ed è proprio per questo motivo che al Teatro della Luna di Assago andrà in scena lo spettacolo The Jimi Hendrix Revolution-La religione elettrica, debutto previsto venerdì sera dalle ore 20,30. Domanda: ma si può aggiungere qualcosa a quanto già detto oppure rappresentato su questo personaggio?

La risposta è sì. Perché in questo caso non si tratta di un «semplice» concerto, ma di un'esperienza in cui diverse forme artistiche (dalla pittura alla narrazione) verranno miscelate per descrivere il musicista. Si parte coi migliori allievi della Rock Guitar Academy, poi lo spettacolo vero e proprio: per il racconto extra-musicale Franco Ori, che realizzerà un ritratto di Jimi, oltre a scenografie e altre tele. Il tutto amalgamato con i testi e gli interventi a cura di Giancarlo Berardi, sceneggiatore e fumettista, per l'occasione regista.

In primo piano la musica, con i suoi interpreti; ovvero un trio che eseguirà il repertorio del «mostro sacro»: da Andrea Cervetto (voce e chitarra, già componente del Mito New Trolls e scelto da Brian May per il musical «We Will Rock You»), Alex «Polipo» Polifrone alla batteria (Mito New Trolls e Loredana Berté), infine il talentuoso Fausto Ciàpica, basso e voce; special guest Phil Palmer, uno dei più importanti chitarristi mondiali.

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